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venerdì 2 febbraio 2007

Galleria Fusion Art Gallery - Torino

La Fusion Art Gallery apre il suo 2007 con una doppia personale centrata sull'Astrazione. Come altre volte in passato un autore storicizzato è affiancato ad uno emergente. 

Vincenzo Marsiglia (1972) è un talento emergente dell'ultima generazione italiana. Nel suo curriculum si segnalano le personali presso la galleria Valente di Finale Ligure, il Museo di Arte Contemporanea di Calice Ligure (Sv) e la Chiesa Anglicana di Alassio. 

Gianfranco Zappettini (1939) è uno della personalità di maggiore rilievo nell'ambito della Nuova Pittura e dell'Astrazione italiane. Nel suo imponente curriculum si citano l'intensa attività in Germania, con, tra l'altro, la personale presso la galleria Karsten Greve di Colonia, la partecipazione a Documenta 6 nel 1977 e, nello stesso anno, alla storica collettiva "1960-1977. Arte In Italia" presso la Galleria d'Arte Moderna di Torino nonché presentazioni del suo lavoro redatte dai nomi più importanti della critica italiana ed internazionale. Nel 2006 si sono tenute sue personali nelle gallerie Plurima di Udine e Cavenaghi di Milano. 
 

La due personali di Vincenzo Marsiglia e Gianfranco Zappettini si inaugurano venerdì 9 febbraio 2007 dalle 19 alle 23 alla Fusion Art Gallery, piazza Peyron 9 g Torino. 

Mostre a cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini. 

Fino al 6 marzo martedì, giovedì e venerdi 16.30-19.30 o su appuntamento tel. 335/6398351 

Ufficio Stampa : Marcella Germano 339/3531054 

Info : 335/6398351   www.fusiongallery.it     info@fusiongallery.it  

Le personali, patrocinate dalla Regione Piemonte, sono organizzate in collaborazione con la Fondazione Zappettini  con sedi a Chiavari e a Milano  www.fondazionezappettini.org   info@fondazionezappettini.org  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

VINCENZO MARSIGLIA 
 

Il progetto estetico di Vincenzo Marsiglia dimostra come il linguaggio dell'astrazione, asse portante della contemporaneità, sia in grado di rinnovarsi e di tornare di attualità nella scena italiana di questo primo scorcio del XXI secolo, dopo che la stessa aveva osteggiato molte personalità di rilievo emerse tra la metà degli anni '80 ed i primi anni '90 e citerò, tra tutti, il caso dell'albese Bruno Sacchetto il cui lavoro presenta alcune affinità con quello di Marsiglia, rispetto al rapporto con l'immaginario delle nuove tecnologie. Le sue opere, che ho conosciuto da poco rimanendo subito convinto della loro validità, ruotano attorno ad un dato visivo di immediata riconoscibilità, elemento fondamentale del linguaggio astratto, una stella a quattro punte che assume la funzione, consona al clima comunicativo  attuale, di un vero e proprio "logo". A partire da questo elemento base Marsiglia si sbizzarrisce in operazioni in cui il ritmo geometrico  si sposa alla fantasia dell' ideazione, dando vita a composizioni in tecnica mista dove l'acrilico si abbina a tessuti, feltri , pailettes, ceramiche, con un risultato in cui il rigore e la coerenza dello stile si coniugano ad un impatto visivo spesso sfarzoso, che evidenzia la capacità dell'artista di gettare uno sguardo lucido ed ironico sulla realtà.

Edoardo Di Mauro

GIANFRANCO ZAPPETTINI

 
 
 

Il termine "astrazione" etimologicamente deriva dal latino con il significato di "trarre via da" o "allontanare" e storicamente è il dato stilistico che caratterizza in maniera predominante il Novecento a proposito della negazione di ogni rapporto con gli elementi naturalistici e del confronto con forme ricavate della realtà. Le premesse dell'Astrattismo si rinvengono nel Simbolismo che si prefiggeva di guardare alla dimensione interiore piuttosto che al mondo esterno e nelle proposte dell'Espressionismo intento a corrompere e deformare la realtà naturale. Il rigoroso e coerente percorso di Gianfranco Zappettini, senza dubbio uno dei maestri dell'Astrazione italiana contemporanea, è pienamente simbiotico con la genesi e l'evoluzione storica dello stile astratto, a cui sa fornire un contributo di irripetibile originalità. Le opere degli anni'70, che lo videro protagonista di Documenta 6 a Kassel nel 1977,  sono centrate su di un uso prevalente del bianco, supremo simbolo di immaterialità e purezza, con grandi superfici bidimensionali in acrilico in cui la nitidezza monocroma si integrava con il balenare di una fondamentale luminosità. I lavori degli ultimi anni sono caratterizzati dalla predominanza del blu. Proposito di Zappettini è quello di condurre il fruitore lungo il sentiero della meditazione al fine di promuovere un'esperienza spirituale. Le opere più vicine a noi nel tempo, resine ed acrilici su tela, sono caratterizzate dalla presenza di trame ed intrecci ortogonali che attribuiscono vitalità all'immagine, conducendola da un lato verso la millenaria tradizione aniconica orientale, dall'altro giungendo a sfidare l' iconografia digitale sul piano dell'evocazione. Per citare illuminate parole dell'artista : "Il blu può essere avvicinato al nero in senso sia ascendente sia discendente ; può derivare infatti dal nero inferiore della materia o accostarsi al nero superiore della volta celeste. In questo duplice aspetto, per cui è colore abissale e al contempo celeste, risiede il suo significato e come tale lo assumo nella mia pittura". 

Edoardo Di Mauro


From: Mario Valente <valentema@tin.it>

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