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martedì 13 marzo 2007

Il successo non è un caso, è un metodo

IL SUCCESSO NON E' UN CASO E' UN METODO.

Il successo di un'impresa ha regole precise: talento, formazione, curiosità speculative e duro lavoro.

La rivista americana "Perspectives on Psychological Science" ha pubblicato i risultati sullo Study of Mathematically Precious Youth cominciato alla John Hopkins University nel 1971 e concluso dalla Vanderbilt University's P.C.E.H.D.

Lo studio ha seguito per 35 anni 5000 ragazzi selezionati all'età di 12 anni per le loro speciali doti matematiche allo scopo di carpire il segreto dei loro successi misurati anche in relazione ai titoli, alle docenze universitarie e ai redditi conseguiti.

Lo studio ha rivelato che il 50 per cento dei ragazzini che aveva conseguito un dottorato all'età di 33 anni erano quelli che avevano ottenuto punteggi migliori nei test iniziali contro il 30 per cento di quelli che si erano attestati su risultati intermedi. Non solo, lo studio ha evidenziato soprattutto come il comune denominatore nel raggiungimento del successo fosse l'estrema disponibilità al duro lavoro. Coloro che a 33 anni avevano conseguito il dottorato dichiaravano di lavorare più di 65 ore alla settimana.

I risultati di questa ricerca possono essere applicati anche al mondo del lavoro, dove il successo è proporzionale alla qualità del valore interscambiato con il mercato. Più grande è il valore percepito dal mercato e più il mercato è disposto a pagare, più elevato è il valore fornito al proprio interlocutore e più egli è disposto a dare denaro.

Il talento corrisponde all' abilità personale che può fare la differenza; la curiosità speculativa consente di individuare il segmento di applicazione; la formazione aumenta la conoscenza; ma è solo la dedizione al duro lavoro che permette di comprendere, soddisfare ed eccedere le aspettative altrui e di scambiare valore.

La ricchezza di Bill Gates non dipende dalla sua fortuna , ma dipende dal fatto che egli ha fornito al mercato qualcosa di estremo valore : la possibilità di utilizzare un computer per semplificare il lavoro e la vita delle persone.

L'uomo più importante d'America, definito dal Forbes "l'uomo più ricco del mondo", sottolinea sempre nelle sue interviste come la storia dell'informatica non sarebbe quella che è senza il duro lavoro suo, di Steve e di tutto lo staff Microsoft continuamente impegnato nella ricerca di soluzioni avanzate che possano rendere l'esperienza del computer e della Rete più semplice e amichevole.

Nei suoi libri "Le 10 regole del Successo" e i "Nuovi Condottieri", Paolo Ruggeri Responsabile R&D di Mind Consulting Italia, approfondisce l'argomento del "duro lavoro" a più riprese, rapportandolo soprattutto ai collaboratori di un' azienda.

Il successo di un'impresa dipende infatti dal duro lavoro di tutti quelli che vi lavorano, nessuno escluso.

E' facile comprendere come un imprenditore o un manager possano essere auto-motivati al duro lavoro. Più difficile è capire invece che cosa possa motivare i collaboratori al duro lavoro giacché se essi avessero le medesime abilità, capacità, formazione e automotivazione dei leader, probabilmente a questo punto sarebbero degli imprenditori anche loro.

Un' indagine condotta da Mind Consulting Italia ha evidenziato quali sono i fattori che motivano i collaboratori al duro lavoro, le molle che spingono le persone ad agire. L'analisi ha coinvolto un numero elevato di collaboratori di varie aziende, settori, categorie e livelli a cui è stato sottoposto un questionario specifico elaborato per il mercato italiano sulla base di quello utilizzato dallo studioso di motivazione Elton Mayo.

Nel questionario erano elencati 10 fattori motivanti. Ai collaboratori veniva richiesto di riordinarli in ordine di priorità ovvero di che cosa desiderassero di più dai propri superiori.

I risultati del test si sono rivelati sorprendenti oltre che estremamente interessanti.

COSA IL PERSONALE CONSIDERA PIU’ IMPORTANTE:

1. Pieno apprezzamento per il lavoro svolto
2. Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro
3. Comprensione e interesse verso i problemi personali(interesse per lui come persona)
4. Buon livello salariale
5. Sicurezza del posto di lavoro
6. Lavoro interessante
7. Promozioni e crescita insieme all’azienda
8. Lealtà della direzione verso i collaboratori
9. Buone condizioni di lavoro
10.Disciplina non opprimente

Il "livello salariale" si colloca al 4° posto, il "lavoro interessante" al 6° posto e la "disciplina non opprimente" è stata relegata al 10° posto.

La risposta alla query si trova nei primi tre punti. I collaboratori sono motivati al duro lavoro e a dare il massimo quando: ricevono apprezzamento per il lavoro svolto; vengono coinvolti nei risultati dell'azienda e c'è interessamento anche per la loro realizzazione individuale.

Mary Kay Ash fondatrice del gigante Mary Kay Cosmetics usava dire: "Ogni persona che incontri ha un cartello intorno al collo che dice: fammi sentire importante. Se lo farai avrai successo non solo nel lavoro, ma anche nella vita".


Francesca Cattozzo

Ufficio Stampa Mind Consulting

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