Continua la collaborazione tra la Galleria Marconi e la Galerie De Meerse. Dopo le esposizioni olandesi di Paolo Consorti, Daniele Camaioni ed Henry Walsh, il 17 marzo, alle ore 16.30, lo spazio Het Oude Raadhuis inaugura la personale di Marina Bolmini. A cura di Sander Boschma. La mostra termina il 14 Aprile.
“Impersona, di volta in volta, dalle modelle di Vanessa Beecroft a Cindy Sherman nella serie ‘Untiteled film still’ e non solo, facendo un passo indietro, arriva a giocare con la Pop Art, con Warhol e Lichtenstein. […]E’ chiaro come tale meccanismo annulli la referenzialità verso l’opera d’arte. Ed il riferimento alla Pop Art non è certo casuale. Non è stato forse Warhol ad affermare: - Sarebbe magnifico se si usasse più spesso la stampa serigrafia, così nessuno potrebbe dire se un quadro è veramente mio o di qualcun altro -. Così la Bolmini si appropria dell’opera di riferimento e nel riproporla non si preoccupa di modificare uno o più aspetti; non è certo suo interesse riportare l’opera in modo esatto”. (Crisitna Petrelli)
“Nelle rivisitazioni di Bolmini l’organicità e molteplicità dell’essere - che paradossalmente ne segna l’unicità - sono completamente svanite. I manichini non tendono alla mimesi di ciò che essi sostituiscono o rappresentano: - Ho trovato una bambola senza capezzoli - esclama l’artista eccitata dalle sue conquiste creative, - mi sembra più appropriata per le Beecroft! -. Affermazione chiarificatrice su un’operazione che non e’ di “copiatura”, ma di esasperazione delle tensioni dei protagonisti reali, artisti o loro prodotti che siano, ai quali Bolmini dà voce, la sua. E suo è anche il corpo delle marionette, ma ancora una volta non pedissequamente rappresentato, bensì, standardizzato e ottimizzato per adattarsi armonicamente al mondo digitalizzato intorno a loro”. (Lucia Giardino)
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