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BwGroup News24: Riflettori puntati su Wikipedia
<http://news.bwgroup.it/> 12 Marzo 2007 Suscitare “emozioni forti” è tipico di chi raggiunge la grande notorietà. Che questo sia il destino di Wikipedia ormai ci sono ben pochi dubbi. Con quasi un milione e 700mila voci in lingua inglese (contro le 120mila della mitica Enciclopedia Britannica), Wiki è lo strumento di consultazione più frequentato dai navigatori, il luogo dove ciascuno può condividere il proprio sapere, metterlo a disposizione degli altri. E proprio qui sta uno dei problemi.
Lo scandalo è scoppiato lo scorso febbraio, quando il settimanale New Yorker ha scoperto che un ragazzo di 24 anni, Ryan Jordan, sfruttando l’anonimato concesso dalla libera enciclopedia, era riuscito a spacciarsi per professore di religione con il nickname Essjay e a ritagliarsi addirittura un ruolo importante di “redattore/arbitro di controversie” all’interno di Wikipedia. Jimmy Wales, il “padre” dell’enciclopedia, ha reagito con un certo imbarazzo garantendo per il futuro maggiore rigore nella verifica dell’identità dei propri collaboratori.
La vicenda ha però dato il via a un mare di polemiche a livello planetario. Un esempio su tutti è il titolo di un articolo di Alex Beam sul Boston Globe di oggi, 12 marzo 2007 che picchia duro e parla esplicitamente di “Verità ingannevoli dietro Wikipedia”. E la faccenda ha assunto anche una colorazione politica. Wiki non è mai piaciuta a settori della destra americana, per i suoi contenuti ritenuti troppo “progressisti” sul piano culturale/scientifico. Così in questi ambienti cristiano/tradizionalisti è nato anche uno strumento di informazione/documentazione alternativo chiamato Conservapedia. Certo questa nuova “biblioteca del sapere” non scherza sul piano ideologico. Basti pensare che alla voce "effetto serra" si trova questa spiegazione : "teoria priva di prove promossa da scienziati atei e liberal". Viene il dubbio che non sarà da qui che potranno venire grossi problemi a Wiki, quanto da altre iniziative presenti in rete come Citizendium e Scholarpedia che promettono maggiore rigore nella definizione degli articoli ma hanno, al momento, banche dati molto limitate.
C’è poi il partito di quelli che amano Wikipedia e la considerano insostituibile. Per costoro anche lo scandalo Jordan è stato solo "un incidente di percorso", un passaggio che rivela le insidie che sempre accompagnano i progetti ambiziosi come quello riguardante "il sapere universale condiviso". Non è un caso – dicono i sostenitori – che la documentazione più completa sulla vicenda la si trova proprio in Wikipedia che alla faccenda ha dedicato un articolo ricco di riferimenti sotto la voce "Essjay controversy". Come dire che la libera enciclopedia ha in sé gli anticorpi per sconfiggere chi ne vorrebbe sfruttare le falle legate alla libertà che essa concede agli utenti.
Su una posizione intermedia si è collocato l’Economist che il 10 marzo ha giustamente sottolineato come la grande varietà di collaboratori di Wikipedia sia insieme la sua forza e la sua debolezza. Se ci sono rischi per l'accuratezza di alcune notizie è altrettanto vero che la ricchezza di informazioni contenuta in questa biblioteca è qualcosa di unico (ricordiamo che sono 270mila le voci in lingua italiana). E poi ci sono i rimandi ad altri link che danno al lettore la possibilità di approfondire i temi. Conclusione dell’Economist? Nelle vostre ricerche utilizzate Wiki come punto di partenza, non come verità definitiva e chiusa, sfruttate piuttosto la sua natura di strumento aperto alla Rete per poi approfondire i vostri percorsi di ricerca. Fonte: RaiNews24 (Roberto Reale) » Tutte le news 24 di BwGroup <http://news.bwgroup.it/>
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