Pagine

sabato 21 aprile 2007

DNA: con nuove tecniche svelati crimini antichi

Dna, processo al passato remoto Con le nuove tecniche svelati crimini antichi

L'avvocato-romanziere inventore del legal thriller aggiorna il diritto con le nuove tecniche investigative
Si riaprono casi sempre più vecchi e il diritto penale dovrà cambiare




 Dna, processo al passato remoto Con le nuove tecniche svelati crimini antichi CHICAGO - È appena iniziato qui a Chicago il processo a carico di un uomo di 33 anni, di nome Juan Luna, per l'omicidio di sette persone in un ristorante della catena Brown's Chicken, a Palatine, nell'Illinois, l'8 gennaio 1993. Le indagini sull'omicidio (i cadaveri insanguinati delle vittime furono trovati nella cella frigorifera del ristorante) hanno segnato il passo per oltre dieci anni, fino a quando l'esame del Dna sulle tracce di saliva trovate su un osso di pollo lasciato sulla scena del delitto non ha permesso di risalire a Luna.

Svolgendo da anni anche la professione di avvocato difensore, considero questo utilizzo della prova del Dna piuttosto ironico e anche un po' perverso. Quando venni a contatto per la prima volta con questa metodologia nelle aule di tribunale, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni 90, la prova del Dna era considerata per lo più uno strumento a disposizione della difesa, e la pubblica accusa generalmente lo guardava con sospetto, temendo una manipolazione scientifica. Grazie al Dna, centinaia di persone, in tutti gli Stati Uniti, sono riuscite a dimostrare di essere state condannate ingiustamente, e i procuratori si sono resi conto che gli stessi esami del Dna potevano essere utilizzati anche per dimostrare che individui colpevoli erano rimasti a piede libero per anni.

Che il procedimento di reperimento delle prove sia diventato più accurato è ovviamente un bene. Il mio timore, però, è che questa capacità sempre maggiore di andare a scavare sempre più in là nel passato sembra destinata a minare nozioni da tempo radicate nel diritto e che trovano espressione nelle norme sulla prescrizione dei reati. La polizia scientifica oggi è in grado di esaminare campioni minuscoli, vecchi di decenni, arrivando a identificare il sospetto autore di un crimine con certezza quasi assoluta. E le innovazioni della scienza forense non si limitano all'esame del Dna umano. La botanica forense è spesso in grado di stabilire se i frammenti vegetali trovati su una vittima o su un imputato abbiano un'unica origine. L'analisi della scena del diritto ha fatto progressi grazie alle nuove tecniche di estrazione dati e alla nuova strumentazione. L'identificazione delle impronte digitali è stata rivoluzionata dai procedimenti criogenici per la rilevazione delle impronte latenti e dalle scansioni computerizzate che consentono una identificazione più rapida ed affidabile delle impronte parziali. Anche la patologia forense, la balistica e l'antropologia forense stanno progredendo velocemente.

Il risultato è che il diritto penale ora si avventura in una regione in cui prima penetrava con riluttanza: il passato remoto. In quasi tutte le giurisdizioni americane, le norme sulla prescrizione impediscono di processare una persona, per la maggior parte dei reati, se è trascorso un determinato periodo di tempo: cinque anni nel caso dei tribunali federali, tre anni nell'Illinois, lo Stato dove risiedo. La principale eccezione a questa regola, quasi ovunque, è l'omicidio, da sempre perseguibile qualora emergano prove sufficienti. Quando le autorità giudiziarie cominciarono a usare le innovazioni scientifiche della scienza forense, negli anni '90, per indagare sui casi irrisolti, si concentrarono sulla montagna di omicidi rimasti senza un colpevole, accumulatisi col tempo da quando i tassi di omicidi avevano cominciato a crescere, negli anni '60.

Ora, però, la frequenza con cui trovano soluzione crimini rimasti senza colpevole, risalenti a decenni prima - insieme ai popolari show televisivi che ogni settimana danno conto di questi trionfi - hanno spinto l'opinione pubblica a chiedere non soltanto che le nuove tecnologie forensi vengano applicate a una gamma sempre più ampia di reati irrisolti diversi dall'omicidio, ma anche a rimuovere le limitazioni temporali che la giustizia penale prevede da tempo per quel tipo di reati.

La legge Emmett Till sui reati contro i diritti civili rimasti irrisolti, oggi in discussione al Congresso, intende stanziare 10 milioni di dollari per condurre indagini su omicidi precedenti al 1970, ma contempla anche reati senza spargimento di sangue. Man mano che questa tendenza proseguirà, l'opinione pubblica inevitabilmente arriverà a domandarsi perché non eliminare del tutto la prescrizione, di cui molti cittadini comuni non riescono a capire il senso. Perché un criminale dovrebbe restare libero unicamente perché c'è voluto molto tempo per incastrarlo? Ma, come solitamente accade con norme giuridiche ampiamente osservate, anche la prescrizione una sua ragion d'essere.

Il diritto ha sempre visto con diffidenza i rischi di un'azione giudiziaria ritardata. Il principale motivo di preoccupazione alla base del concetto di prescrizione dei reati - il fatto che i ricordi col tempo si appannano e che le prove possono andare smarrite o disperse - di primo acchito sembra irrilevante di fronte alla accuratezza della scienza moderna. Se la prova del Dna è in grado di dimostrare, al 99,9%, che un imputato è il responsabile di una violenza sessuale rimasta irrisolta, perché non spedirlo in galera? Ma che succede se la sua linea difensiva nei confronti dell'accusa è che la vittima era consenziente? Cancellare la prescrizione per quei reati per i quali è possibile ottenere prove nuove rischia anche di trascinare dentro reati che precedentemente erano stati ignorati. La prescrizione tradizionalmente incarna anche un giudizio morale: se un individuo ha vissuto senza commettere reati per un periodo abbastanza lungo, l'angoscia di poter essere chiamato a rispondere di un reato non dovrebbe tormentarlo in eterno. E se decidiamo che la scienza odierna debba consentire di rimuovere la prescrizione per reati gravi ci sarà chi chiederà di eliminarla anche per reati meno gravi. Le variabili impongono di soppesare la situazione quando si tratta di decidere se in un determinato caso i termini della prescrizione debbano essere prorogati.

In generale, tuttavia, il diritto penale è l'ambito della giustizia dove si sente maggiormente il bisogno di regole chiare. Oggi quasi tutti i parlamenti votano per inasprire le norme in materia penale, e ci possiamo dunque aspettare che negli anni a venire la prescrizione venga eliminata o limitata. E con essa scomparirà anche un elemento di clemenza che è da sempre espressione dei complessi giudizi morali indispensabili quando un reato cade sotto l'ombra lunga del tempo.


Origine: Repubblica

Nessun commento:

Posta un commento