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martedì 24 aprile 2007

L'eutanasia irrompe nella fiction indaga il commissariato Sant'Andrea

Il tema al centro dell'episodio di domani di "La squadra", su RaiTre

L'autrice: "Vorremmo che il pubblico rifletta su una questione gigantesca"

Nel film, la storia di una giovane donna che un incidente ha costretto all'immobilità
Scritto prima del caso Welby, ma dedicato a lui e a Giovanni Nuvoli
di ALESSANDRA VITALI


 L'eutanasia irrompe nella fiction indaga il commissariato Sant'Andrea ROMA - Una donna di quarant'anni, architetto, ha molto vissuto, bene e intensamente. Viaggi, sport, affetti, possibilità economiche. Un incidente la paralizza. Complicazioni progressive, la prospettiva del respiratore artificiale. A un certo punto, scompare: nella sua villa, il letto vuoto e l'infermiera a terra, svenuta. Rapimento? Chi la conosce, parla di una donna forte, che ha reagito alla propria condanna con animo, e non vuole compassioni. Arriva una richiesta di riscatto. All'appuntamento, si presentano gli uomini del commissariato Sant'Andrea. Quelli di La squadra, per capirci, la serie di RaiTre.

L'episodio di domani, 25 aprile, alle 21, parla di eutanasia. Che la data sia proprio questa "ha, suo malgrado, una rilevanza. Di fatto anche l'eutanasia rivendica il diritto a una liberazione, da una sofferenza indicibile e dall'impossibilità di mantenere intatta la propria dignità". Francesca Serafini, autrice della puntata (ma hanno contribuito anche Donatella Diamanti, Mario Cristiani, e Debora Alessi come story editor, regia di Luca Facchini) è scossa dall'annuncio di Giovanni Nuvoli e da sentimenti contrastanti: "Sono contenta che sia in concomitanza con questa vicenda perché forse può dare un contributo, anche piccolissimo, a sensibilizzare su un tema enorme. Però sento il pudore dell'autore che ha solo immaginato, sulla carta, di accostarsi a un dolore che altri vivono sulla pelle".

Un episodio importante dalla gestazione complessa. "Quando abbiamo proposto, per un prodotto industriale come il nostro, un tema così delicato - spiega Serafini - i nasi storti sono stati parecchi. Ma si è imposto da sé, per il rigore della forma". Perché La squadra è, sì, un poliziesco, "ma la nostra ambizione, oltre che intrattenere, è anche mostrare la realtà, la sua complessità, nel rispetto della natura del giallo. I poliziotti sono la prima parte in causa, ma la storia può avere un respiro ampio. Che valorizza, senza tradirla, la forma consueta della serie".

L'interesse, dunque, per il tema in sé. Nessun aggancio con fatti contingenti d'attualità, "la puntata è stata scritta l'estate scorsa, prima del caso Welby che è esploso mesi dopo". E nessuna presa netta di posizione, "ci interessa suscitare riflessione, non diamo ai nostri spettatori un'idea preconfezionata, mettiamo in scena vari punti di vista e ognuno si farà un'opinione. Vogliamo mostrare la sofferenza di chi vive quella situazione".

Se un elemento di ispirazione va cercato, lo si trova in Mar Adentro, dice l'autrice, il film di Alejandro Amenabar dal romanzo autobiografico di Ramòn Sampedro, con un piccolo omaggio nel nome della donna protagonista dell'episodio, Agata Sampietro. Ma la puntata di domani, Francesca Serafini vuole dedicarla a Piergiorgio Welby e a Giovanni Nuvoli.

Serafini non ha avuto contatti con nessuno dei due. "Ma qualche giorno fa - racconta - attraverso il sito dell'Associazione Luca Coscioni mi sono messa in contatto con la moglie di Welby, abbiamo avuto un intenso e appassionato scambio di e-mail. Anche lei è convinta, come me, che il cinema, com'è stato per il film di Amenabar, e anche la televisione, possano contribuire ad avvicinare le persone a questa questione, gigantesca, e a comprendere il coraggio di uomini straordinari".


Origine: Repubblica

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