In questo lungo ponte del 1 maggio il Corriere della Sera ha schierato una pattuglia di giornalisti a Portofino nel tentativo di rilanciare l'immagine dimessa di uno dei propri azionisti, Marco Tronchetti Provera. L'intervista di Raffaella Polato è imbarazzante, sembra che si trovi di fronte a una vittima del sistema dei partiti, non all'uomo che voleva somigliare all'Avvocato e che, invece, negli anni della sua gestione, ha saccheggiato e riempito di debiti l'azienda, distrutto un servizio telefonico, pagato e foraggiato un sistema di controllo e di spionaggio dei cittadini e dei giornalisti che osavano criticarlo.
In più, la moglie Afef ha lasciato intravedere la possibilità che Tronchetti Provera vada all'estero. Prego, non credo che l'Italia avrà da soffrire della sua perdita. Chiunque di noi è (stato) cliente di Telecom - bersagliato settimanalmente da offerte commerciali mentre il telefono non funziona - non può che brindare e accompagnarlo alla stazione, per essere sicuri che sia partito...
Mi dispiace che il Corriere della Sera abbia avallato un'operazione come questa, senza avere rispetto per l'intelligenza e la memoria dei suoi lettori.
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