"QUALE SVILUPPO AGRICOLO PER L'AFRICA?"
SENTINELLI: "ACCOLGO POSITIVAMENTE LA PROPOSTA DI AVVIARE UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE CON LA PARTECIPAZIONE DELLA SOCIETA' CIVILE. LA TERRA E' DI TUTTI, NON SOLO UN PRIVILEGIO DI POCHI".
"E' essenziale rivedere le strategie delle politiche agricole per l'Africa che troppo spesso risentono dei mercati internazionali che rapinano le comunità locali".
Roma, 23 maggio 2007 - "Quale strategia di sviluppo tra Italia e Africa?" è il convegno che si è svolto a Roma presso a Sala della Protomoteca in Campidoglio organizzato da C.I.P.S.I. -coordinamento di 38 Ong e associazioni di solidarietà internazionale-, Terra Nuova, Crocevia nell'ambito della Campagna EuropAfrica con la partecipazione di Chiama Africa e Università di Roma TRE.
Ibrahim Koulibaly di Roppa e presidente del Coordinamento nazionale contadino del Mali nel suo intervento ha dichiarato: "È il mercato attuale che non ci permette di essere competitivi, perché si produce a livello locale e si vendono i prodotti nei mercati internazionali. Il principale problema che si crea è che i produttori locali non hanno reddito. L'Africa risente anche del fatto che vi sono diverse calamità agricole. Una soluzione è promuovere programmi di integrati tra agricoltura, sostegno alimentare, ecc.. Bisogna fare programmi che incoraggino dinamiche regionali e non solo a livello continentale.
Nora Mckeon, coordinatrice della Campagna EuropAfrica ha proposto "alla Vice Ministra On. Patrizia Sentinelli di avviare un tavolo di concertazione che favorisca una reale partecipazione anche della società civile affinché si definiscano insieme le politiche che coinvolgono le popolazioni locali perché siamo convinti che senza partecipazione non vi potrà mai essere un vero sviluppo duraturo".
Patrizia Sentinelli, vice-ministra degli Affari Esteri con delega alla cooperazione ha risposto: "Accolgo con piacere la proposta fatta dagli organizzatori per ciò che riguarda il tavolo di concertazione allargato. Oggi le multinazionali anziché favorire il consumo e la crescita dei produttori locali spingono al consumo nei mercati internazionali, in forte contrapposizione anche con gli obiettivi del Millennio. L'Africa deve chiedere all'Europa e all'Italia il riconoscimento di Paesi come partner e non come Paesi beneficiari. Un punto fondamentale è però determinare, prima di tutto, una coerenza delle politiche nazionali e internazionali. Per esempio ieri abbiamo deciso di uscire da un programma della BM che prevedeva la privatizzazione dell'acqua. E nella stessa direzione anche la "terra" non può essere considerata solo privilegio di pochi. La partecipazione, in questa direzione è indispensabile per discutere e valutare le proposte da diversi punti di vista. Oggi si parla di crisi della politica a causa delle barriere che esistono tra i cittadini e i politici. La partecipazione deve essere vista come uno strumento per superare queste barriere. È indispensabile per le classi politiche avere sempre più partecipazione sociale".
Secondo Philip Mikos, CE-DG Sviluppo - Head of the Environment and Rural Development Unit "i punti principali della discussione sono: come fare per minimizzare i danni dei mercati internazionali? Come sostenere i mercati locali? Le risposte, sempre secondo Mikos, sono il rafforzamento delle capacità dei produttori e il miglioramento della qualità dei prodotti".
Secondo Gioacchino Carabba, DGCS, MAE "i Paesi in via di sviluppo devono mettere in campo politiche coraggiose, ma i Paesi donatori devono supportare queste politiche ritrovando una coerenza internazionale necessaria affinché si possa avere una reale efficacia. Allo stesso tempo bisogna riconoscere le differenze dei Paesi africani. Le donne in questo processo giocano un ruolo fondamentale anche se spesso non hanno il controllo diretto delle iniziative.
Barbera, Presidente del C.I.P.S.I., tra gli organizzatori del Convegno ha sottolineato "il fatto che è necessario costruire una partecipazione sostanziale altrimenti i cambiamenti non possono avvenire. E' essenziale rivedere le strategie delle politiche agricole per l'Africa che troppo spesso risentono dei mercati internazionali che rapinano le comunità locali".
Eugenio Melandri, Coordinatore di Chiama Africa e tra gli organizzatori del Convegno, afferma che "c'è un diritto alla sovranità alimentare. Bisogna dare a tutti la possibilità di scegliere cosa si vuole mangiare perché questo fa parte dell'identità delle persone e delle comunità".
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