In Italia internet segue la via cinese. Vogliono blindare la rete, far tacere le voci "altre".
E' cronaca di tutti i giorni ormai.
E noi ci infuriamo, siamo disgustati, ma quello che ancora non abbiamo capito e' che dobbiamo uscire dalla rete:
Siamo autoreferenziali, scriviamo sui siti e su i blog, facciamo petizioni on line,
organizziamo riunioni tra addetti ai lavori di cui nessuno la fuori sa nulla.
E non gli ne frega nulla.
Calamari ha scritto su PI http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2047677 che e' cominciata la caccia alle streghe, e le streghe siamo noi.
Attenzione: la disinformazione ed il menefreghismo verso quello che realmente sta accadendo
alla rete, non e' solo caratteristica dei tanti che il computer manco lo sanno accendere.
Persino nella azienda dove lavoro (azienda informatica che tratta anche software open)
la conoscenza dei fenomeni relativi alla progressiva perdita dei diritti, alla cinesizzazione
della rete italiana, alla insipienza dei legislatori in materia informatica, e' praticamente nulla.
Parlavo con i ragazzi dell'ufficio legale (avvocati specializzati in informatica)
Essi non sapevano nulla della vicenda di Ricca, anzi, di fronte alla informazione relativa
al fatto che sia stato messo in atto un "sequestro preventivo" hanno commentato: -Non puo' essere: e' al di fuori del diritto e quindi quello che mi dici e' falso."
Chiuso il discorso. Il caso Ricca e' evidentemente (secondo loro) una delle tante bufale che circolano su internet.
Idem per il TC, idem per la (pseudo)pedopornagrafia in rete.
"Se li hanno arrestati, e' perche' quelle persone sono colpevoli. Io non faccio queste brutte cose, quindi non e' affare mio..."
Nessuno sa nulla al di fuori dei nostri ristretti circoli di carbonari.
Dobbiamo uscire dalla rete, ma non solo ai linux day, alle adunanze digitali o a tutte le nostre feste autoreferenziali.
Dobbiamo andare nelle strade, parlare nelle radio locali, scrivere ai giornali cartacei, rompere le p*lle ai nostri consiglieri comunali.
Questo, secondo me e' fare politica.
Se il Partito Pirata e' il contenitore dove maturare queste azioni, allora ben venga il Partito Pirata,altrimenti che muoia.
Vorrei che nel Partito Pirata entrassero persone come Matteo Flora, alfiere del moderate hacking, come Calamari, come Mantellini, come Antonella Beccaria. Vorrei che il Partito Pirata presentasse liste alle comunali, alle provinciali...
Vorrei che tutti noi, indipendentemente dal Partito Pirata iniziassimo a rompere le p*lle assemblee di condominio (ci opponiamo alla installazione di lastweb perche' e' una rete chiusa. vogliamo che il gestionale usato dall'amministratore sia open...).
Dovremmo dare testimonianza: i nostri CD che ascoltiamo in automobile e che facciamo sentire agli amici devono essere compilazioni di brani licenziati in CC.
Dobbiamo andare nelle compagnie teatrali, nei cinema, nelle radio locali e parlare loro di licenze libere. Dobbiamo scassare le p*lle affinche' nella scuola dove vanno i nostri pargoli, il laboratorio di informatica sia (se esiste) esclusivamente basato su programmi e sistemi aperti.
Dobbiamo diventare noiosi, rompip*lle, attaccare bottone con la gente sui treni, alla fermata dell'autobus, stressare amici, fidanzate, parenti.
Altrimenti ci facciamo solo delle pippe.
claudio brovelli
htttp://www.partito-pirata.it
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