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venerdì 3 agosto 2007

La tecnologia dà dipendenza: a rischio 1 ragazzo su 5

La tecnologia che dà dipendenza "A rischio un ragazzo su cinque"

Ricerca dell'università di Palermo su un campione di 2.200 adolescenti
C'è chi passa le notti davanti al pc, ma staccare all'improvviso non serve
La tecnologia che dà dipendenza "A rischio un ragazzo su cinque"


ROMA - C'è chi, ossessionato da un gioco di ruolo on line, dorme di giorno e passa le notti al computer, non esce di casa e ormai non ha più amici. Sono casi-limite, certo, ma la tecnodipendenza colpisce tra il 5 e il 10% dei giovani. Nel complesso, gli adolescenti che soffrono di disturbi più o meno gravi sono il 22%. E' questo il preoccupante scenario emerso da una ricerca dell'università di Palermo su un campione di 2.200 studenti delle scuole superiori, molti dei quali, si è scoperto, avevano delle disfunzioni comportamentali nell'utilizzo di internet, dei cellulari e delle nuove tecnologie.

L'indagine, presentata sul periodico dell'Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa Focus.it , evidenzia la vulnerabilità di tanti ragazzi. "Secondo i nostri dati - spiega il responsabile della ricerca Daniele La Barbera, uno dei maggiori esperti italiani di psicopatologie - tra il 5 e il 10% del campione soffre di dipendenza e più di un quinto ha comportamenti disfunzionali rispetto alle tecnologie".

I principali sintomi di questi disturbi sono il gran numero di ore trascorse in compagnia delle nuove tecnologie, l'enorme coinvolgimento e la progressiva rinuncia ad altre attività importanti, con pesanti ricadute sociali. In assenza di contromisure, nelle situazioni più gravi si ha una dipendenza vera e propria, che in questi casi ha caratteristiche simili a quella legata al gioco d'azzardo.

Il tipo di esperienza più rischiosa sembra essere quella nei giochi di ruolo. "La dipendenza da questo tipo di giochi è una delle più additive e pericolose in quanto i videogame, soprattutto se giocati on line, possono durare mesi o anni: tutto dipende dalla volontà del giocatore di tenerli in vita", dice La Barbera.

Ma cosa può fare un genitore se si accorge che il figlio ha dei problemi? A quanto pare le misure drastiche non servono. "Staccare il computer peggiora la situazione", sostiene il responsabile della ricerca. "Proibire all'improvviso l'uso del calcolatore non fa che peggiorare un clima familiare già incandescente. Chi soffre di questi disturbi non si rende conto della gravità della situazione".

Nei casi estremi, per guarire sono necessarie delle sedute di psicoterapia e una terapia farmacologica. La strategia migliore contro la dipendenza, sostengono gli esperti, è però la prevenzione. Per evitare rischi basta limitare l'uso degli apparecchi tecnologici non appena si nota che i ragazzi non li usano più in modo equilibrato.


Origine: Repubblica

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