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venerdì 3 agosto 2007

San Marco d'Alunzio «IL FASCINO DEL FERRO BATTUTO»




 

«IL FASCINO DEL FERRO BATTUTO»
3° CONCORSO NAZIONALE DI ARTE FABBRILE
«LA TRADIZIONE DEL FERRO BATTUTO IN SICILIA»
San Marco d'Alunzio (ME)
03/04/05 Agosto 2007

3 Agosto 2007
Mattino:
accoglienza dei partecipanti alla manifestazione di arte fabbrile,

Pomeriggio:
inaugurazione della manifestazione con il saluto del Sindaco e istituzioni locali, apertura
mostra ed esposizione di opere in ferro battuto
profumi e colori tra le vie del borgo
TRADIZIONI MUSICA LUOGHI STORIA ARTI MESTIERI
Mostra mercato d'arte, cultura, spettacolo, artigianato, prodotti naturali e biologici
con varie degustazioni di prodotti tipici locali che si svolgerà nella parte vecchia
del paese
Animazione e intrattenimento con canti e musica popolare per le vie del paese

4 Agosto 2007
Mattino:
inizio della manifestazione di arte fabbrile,
visite ed escursioni guidate nel Parco dei Nebrodi e nei principali siti archeologici,
paesaggistici e naturalistici di San Marco D'Alunzio

Pomeriggio:
profumi e colori tra le vie del borgo
TRADIZIONI MUSICA LUOGHI STORIA ARTI MESTIERI
Mostra mercato d'arte, cultura, spettacolo, artigianato, prodotti naturali e biologici
con varie degustazioni di prodotti tipici locali che si svolgerà nella parte vecchia
del paese.
Convegno sul tema "Sapori locali, turismo, artigianato per un nuovo
progetto di sviluppo del "Cuore della Sicilia"
Animazione e intrattenimento con canti e musica popolare per le vie del paese

5 Agosto 2007
Mattino:
Prosecuzione della manifestazione di arte fabbrile,
visite ed escursioni guidati nel Parco dei Nebrodi e nei principali siti archeologici,
paesaggistici e naturalistici di San Marco D'Alunzio
Pomeriggio:
profumi e colori tra le vie del borgo
TRADIZIONI MUSICA LUOGHI STORIE ARTI MESTIERI
Mostra mercato d'arte, cultura, spettacolo, artigianato, prodotti naturali e biologici
con varie degustazioni di prodotti tipici locali che si svolgerà nella parte vecchia del
borgo del paese,
animazione e intrattenimento con canti e musica popolare per le vie del paese,
serata: raccolta degli elaborati in ferro, consegna attestati e targhe.

 
 
 
 
 
 
 

Amor, che lungiamente m'hai menato

Amor, che lungiamente m'ài menato
a freno stretto senza riposanza,
alarga le toi retine, in pietanza,
chè soperchianza - m'a vinto e stancato;
c'ò più durato - ch'eo non ò possanza,
per voi, madonna, a cui porto lianza
più che non fa assessino asorcuitato,
che si lassa morir per sua credanza.
Ben este affanno dilittoso amare,
e dolze pena ben si pò chiamare;
ma voi, madonna, de la mia travaglia,
ca sì mi squaglia, - prenda voi merzide,
che ben è dolze mal, se no m'auzide.
Oi dolze ciera co sguardo soavi,
più bella d'altra che sia in vostra terra,
trajete lo meo core ormai di guerra,
che per voi erra - e gran trataglia nd' avi:
ca si gran travi - poco ferro serra,
e poca pioggia grande vento aterra,
però, madonna, non vi 'ncresca gravi,
s'Amor vi sforza, c'ogni cosa inserra;
chè certa no gli è troppo disinore
quand'omo è vinto da un suo megliore,
e tanto più da Amor che vince tutto.
Però non dutto - c'Amor non vi dismova
saggio guerreri vince guerra e prova.
Non dico c'a la vostra gran belleza
orgoglio non convegna e stiavi beni,
c'a bella donna orgoglio ben conveni,
che si manteni - in pregio ed in grandeza.
Troppa altereza - è quella che sconveni;
di grande orgoglio mai ben non aveni.
Però, madonna, la vostra dureza
convertasi in pietanza e si rinfreni;
non si distenda tanto ch'io ne pera.
Lo sole è alto, si face lumera,
e via più quanto 'n altura pare:
vostro orgogliare, - per zo, e vostra alteze
faciami pro' e tornimi in dolceze.
E' allumo dentro e sforzo in far semblanza
di non mostrar zo che lo meo cor senti.
Oi quant'è dura pena al cor dolenti
stare tacenti - e non far dimostranza!
Chè la pesanza - a la ciera consenti,
e fanno vista di lor portamenti,
cosi son volentieri 'n acordanza,
la cera co lo core insembramenti.
Forza di senno è quella che soverchia
ardir di core, asconde ed incoverchia.
Ben è gran senno, chi lo pote fare,
saver celare - ed essere segnore
de lo suo core quand'este 'n errore.
Amor fa disviare li più saggi,
e chi più ama a pena à in sè misura;
più folle è quello che più si 'nnamura.
Amor non cura - di far suoi dannaggi,
ca li coraggi - mette in tal calura,
che non pò rifreddare per freddura.
Gli occhi a lo core sono li messaggi
de' lor cominciamenti per natura.
Dunque, madonna, gli occhi e lo meo core
avete in vostra man dentro e di fore,
ch'Amor mi sbatte e smena che no abento,
sì come vento - smena nave in onda.
Voi siete meo pennel che non affonda.

[Guido delle Colonne ]

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Postato su IL COMUNICATO STAMPA il 8/03/2007 12:33:00 AM



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