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mercoledì 3 ottobre 2007

Ecoradio: Wwf Campania: "Compri il concime e porti a casa scorie industriali"


Wwf Campania ad Ecoradio: "Compri il concime e porti a casa scorie industriali"
 
Traffici illegali di rifiuti che trasformano dell'innocuo compost in materiale altamente tossico. La proposta di Wwf Campania: "Convertire i territori del Napoletano e del Casertano alle coltivazioni No Food per bonificare le aree colpite dallo smaltimento illegale" 

"Cadmio, cromo esavalente e altri metalli pesanti: è ciò che finisce nel compost, terriccio utilizzato per concimare le piante, e che molte aziende vendono come prodotto naturale, ma che in realtà è infestato di scorie industriali e sostanze altamente cancerogene" è quanto ha affermato Alessandro Gatto, responsabile rifiuti Wwf Campania, ai microfoni di Ecoradio, commentando la notizia di oggi che ha visto i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) bloccare un traffico illecito di rifiuti pericolosi che si svolgeva tra Campania, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

"Attraverso un sistema illegale chiamato 'giro di bolla' questi criminali riescono a falsificare i cosiddetti Mud (Modello Unico di Dichiarazione ambientale), che tutte le aziende sono costrette a compilare per il trasporto delle merci, spacciando così scorie industriali altamente tossiche per semplici calzature, ad esempio, o altri beni di consumo assolutamente innocui" aggiunge Gatto.

"Dieci anni fa quando denunciavamo questi fatti ci facevano passare per esaltati, ma oggi purtroppo i dati scientifici sono incontrovertibili. Le zone di Napoli e Caserta, a causa dello smaltimento illegale di rifiuti, hanno un tasso di incidenza tumorale del 12% più elevato rispetto alla media nazionale" continua Gatto. "Per questo motivo la nostra proposta come Wwf è di convertire le zone agricole del Napoletano e del Casertano maggiormente colpite da questo fenomeno in territori "No food", dove gli agricoltori coltivino, ad esempio, canapa, lino o tabacco. Colture che non appartengono al comparto agroalimentare e che, se da una parte permettono di evitare di portare sulle nostre tavole prodotti contaminati, dall'altro possono in parte fitobonificare questi territori avvelenati dai rifiuti".

 
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