COMUNICATO STAMPA
DOPO LA STOMIA, UNA NUOVA VITA:
IL PREMIO "GREAT COMEBACKS®" ALLE STORIE DI COLORO CHE
HANNO RICOSTRUITO LA PROPRIA ESISTENZA
E AGLI INFERMIERI CHE LI HANNO AIUTATI.
Il premio, alla sesta edizione nel nostro paese, si svolgerà oggi 26 ottobre a Montesilvano (Pescara) in occasione del Congresso Nazionale AIOSS – Associazione Italiana Operatori Sanitari Stomaterapia
A consegnarlo ai nuovi vincitori e agli stomaterapisti che li hanno aiutati, Rob Hill, l'ambasciatore del premio, atleta di Triatlhon, scalatore e alpinista, stomizzato e affetto da morbo di Crohn
Roma 26 ottobre - Un nuovo modo di stare al mondo, di riconsiderare le priorità della vita e per questo riuscire ad amarla di più. Può accadere a chi ha subìto, a causa di un tumore, di una malattia infiammatoria cronica, di un trauma, o ancora, di difetti congeniti, un intervento chirurgico di resezione dell'apparato intestinale o urinario.
Il premio "Great Comebacks®", alla sesta edizione nel nostro paese è assegnato, ogni anno, a chi con coraggio ha ripreso un'esistenza normale e vuole dimostrare che è possibile una rinascita. Far sapere a tutti che molti ce l'hanno fatta. E' questa la ragione profonda del "Great Comebacks®". L'edizione 2007 premierà domani a Montesilvano (Pescara) i nuovi testimonial italiani e anche gli stomaterapisti che li hanno aiutati nel processo riabilitativo.
L'evento ha una grande tradizione: in America, dal 1984, è, in Italia, un'iniziativa Convatec in collaborazione con le associazioni FAIS –Federazione Associazioni Incontinenti e Atomizzati e AIOSS – Associazione Italiana Operatori Sanitari Stomaterapia.
Sono gli stomizzati, persone incontinenti 24 ore su 24, che vivono con una sacca adesiva di raccolta, ma anche, in molti casi, con la preoccupazione di una malattia che deve essere tenuta sotto controllo. In Italia sono 60 mila, uno su mille, distribuiti in maniera uniforme sul territorio. Sono soprattutto tra i 50 e i 70 anni, ma non sono esclusi giovani e bambini.
Molti di loro riescono a vincere la sfida più difficile: recuperare la propria vita.
A raccontare il suo difficile percorso, Rob Hill, un giovane canadese, stomizzato e affetto da morbo di Crohn. Rob è l'ambasciatore del premio ed è un atleta di Triatlhon, scalatore e alpinista. La sua battaglia più dura l'ha vinta. Ora, dopo le 6 vette più alte del mondo, punta a scalare quella più alta in assoluto, l'Everest.
"Raggiungendo un obiettivo estremo, - dice - spero di dimostrare ad altre persone che hanno disturbi intestinali cronici che questa situazione non deve impedire loro di vivere pienamente la propria vita. Quando mi trovai davanti alla scelta tra perdere il colon oppure perdere la mia vita, decidere non fu difficile. La vita con la stomia è stata la mia seconda chance e non intendo sprecarla".
Ci vuole tempo, ma soprattutto un'adeguata assistenza per rimettersi in strada perché tornare in carreggiata costa fatica. La maggior parte degli stomizzati tende ad isolarsi e questo vuol dire la fine della vita.
"Aiutiamo queste persone ad uscire dall'isolamento – dice Fernando Vitale, presidente dell'Associazione FAIS, Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati - li mettiamo in contatto tra di loro e gli offriamo tutte le indicazioni affinché riescano a recuperare e a riprendere fiducia in se stessi. Diamo loro informazioni relative ai centri di riabilitazione e li indirizziamo verso i professionisti specializzati, come il terapista o lo psicologo, più vicini al luogo di residenza. Un altro obiettivo della FAIS – spiega - è quello della difesa del diritto del paziente. A tale proposito, abbiamo, da tempo, avviato contatti con le istituzioni, a livello nazionale e locale, per promuovere i tre obiettivi su cui da anni siamo impegnati: l'istituzionalizzazione dei centri di riabilitazione, l'accesso gratuito dei prodotti e la loro libera scelta da parte del paziente".
Ma uscire dal tunnel è un gioco a due, un circolo virtuoso tra paziente e operatore sanitario. Per questo motivo, il ruolo fondamentale è proprio quello dello stomaterapista. In Italia sono 400 gli infermieri con il diploma e circa 2 mila gli addetti volontari nei reparti.
"È l'infermiere – osserva Gabriele Rastelli, presidente dell'AIOSS, Associazione Italiana Operatori Sanitari Stomaterapia - che aiuta il paziente a gestire la stomia. Il processo terapeutico inizia prima dell'intervento chirurgico. Siamo vicino alla persona quando scopre la sua malattia e la aiutiamo a prendere coscienza del tipo di intervento cui sarà sottoposta. Da subito le facciamo capire che potrà riappropriarsi della propria vita. E, dopo la stomia,- sottolinea - il primo passo è la scelta, delicata e personale, dei presidi sanitari a lei più congeniali. Una volta effettuata quella giusta, il paziente riacquista fiducia e avverte sin da subito che potrà vivere bene. Da qui in poi, ha inizio un rapporto continuativo tra lo stomaterapista e il paziente basato sull'informazione, sull'educazione e sulla conoscenza fino a quando non sarà divententato autonomo".
giuliano d'ambrosio giulianodambrosio @ yahoo.it
giuliano d'ambrosio giulianodambrosio @ yahoo.it
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