C'è ancora tempo per i ritardatari: la Mostra a Palazzo d'Avossa resterà aperta fino al 6 gennaio.
Un contenitore del '600, ristrutturato un secolo dopo da Ferdinando Sanfelice, per "“Salerno, città templare?” , mostra fotografica sui simboli templari presenti in città, ma anche una panoramica sulla storia di Salerno.
L'evento prende spunto da una scoperta in odore di sensazionalismo ad opera di Luciano Guasco dell’associazione “L’Ottagono”: all'interno del Duomo di Salerno è stata rinvenuta la tomba di un Gran Maestro Templare. Il sacello risale all'anno 1111, ossia a sedici anni prima l'istituzione dell'Ordine dei Templari in Francia, come supposto fino ad oggi.
Si fa largo una ipotesi suggestiva: l'ordine sarebbe nato addirittura nella città costiera, protetta da S.Matteo.
Diversi indizi spingerebbero in questa direzione.Fra essi la presenza di numerose stelle a otto punte, simbolo dell'Ordine, presenti in numerose costruzioni cittadine dell'epoca.
Il numero otto, simbolo chiaramente paleocristiano, si mostra ricorrente sui portali di Salerno e dunque su stazionari medievali, plutei e paracarri.
Nella stessa direzione va il doppio quadrato, ritrovato anche all'interno del Duomo stesso.Esso dimostra che v'era una doppia filosofia ricorrente nella Salerno del tempo: una è quella Ippocratica, alla base del pensiero guida della Scuola Medica Salernitana, l'altra è la Platonica e Pitagorica, ovvero dualistica.
Ma la simbologia era cara all'uomo medioevale. Lo prova, fuori da ogni ragionevole dubbio, Castel del Monte in Puglia, un ottagono grandioso, ritenuto da molti studiosi orologio cosmico.
Dall'alto del colle non smette di suscitare interrogativi il grande maniero pur relegato nel silenzio, da secoli.
Potente fortificazione ottagonale,la costruzione traduce, in pietra, l'immagine stessa di Federico II. E non sono fantasia le somiglianze tra la fortificazione federiciana e la ''Cupola della Roccia'', la moschea del Califfo Umar che sovrasta Haram esh-Sharif, il "nobile recinto". L' imperatore svevo l'aveva visitata nel 1229.
Una sorta di "Anàstasis" laica, Castel del Monte, costruito per volontà di un uomo che, a pochi passi dalla vera "Anàstasis", osò cingersi proprio della corona di re di Gerusalemme.
Non sarebbe da meno Salerno, sebbene non vanti l'opera di un Imperatore.
A ben guardare il numero otto è presente più di quanto si pensi.
Simbolo doppio lo si ritrova nella Chiesa dei Leoni a Umm Al-Rakas - Kastron Mefaa, in Giordania, risalente al VI sec. d.C. e nella Chiesa di Santa Sofia a Istanbul.
Identico simbolo si rinviene alle spalle di Federico II com'è rappresentato sul frontone della Sede Centrale dell' omonima Università di Napoli.
La ricerca è lungi dall'essersi conclusa. Tasselli nuovi vanno ad aggiungersi a quelli esistenti.
“Il mio lavoro –spiega Luciano Guasco– mira anche a riscoprire le origini di Salerno per portare alla luce la vera storia della presenza longobarda e l’importante ruolo recitato dalla nostra città in taluni contesti”.
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