AUMENTANO IN ITALIA I CONSUMI
DI PRODOTTI BIOLOGICI (+9% NEL 2007)
Il nostro paese è il quarto produttore mondiale e leader in Europa per superfici coltivate.
Emilia-Romagna prima regione italiana per mense biologiche
Bologna, 31 gennaio 2008 – Gli italiani amano il biologico. I dati parlano chiaro: il nostro paese è leader in Europa per superfici coltivate (oltre 1 milione di ettari, +7,5% rispetto al 2005) e l'agricoltura biologica si conferma una pratica naturale sempre più diffusa ed efficace per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente, con effetti positivi per il settore agroalimentare dedito al biologico (51 mila aziende attive in Italia, che è il quarto produttore mondiale), oggi protagonista di una fase di sviluppo interessante.
A questo si accompagna il trend positivo registrato dai consumi di alimenti biologici delle famiglie che nei primi sei mesi del 2007 sono cresciuti del 9%, con un fatturato complessivo stimato in 2,5 miliardi di euro; dopo qualche anno dall'esito un po' interlocutorio nelle vendite e malgrado l'attuale fase di crisi dei consumi alimentari, gli italiani scelgono infatti sempre più i prodotti biologici. A prevalere sono soprattutto gli acquisti di prodotti bio per l'infanzia (+47%), seguiti da pasta e riso (+16%). In ascesa consistente anche l'utilizzo di prodotti bio nei menu delle mense scolastiche, in rispetto alle leggi regionali vigenti in materia.
I prodotti provenienti da agricoltura biologica sono una scelta etica perché sfruttano la naturalità del suolo ed escludono qualsiasi impiego di prodotti chimici nei campi e negli allevamenti, offrendo garanzie di genuinità e salubrità particolarmente benefiche per l'alimentazione in ogni fase della vita (dall'infanzia alla terza età).
Rispettando l'ambiente, non inquinando e risparmiando le già scarse risorse idriche grazie ad un ridotto consumo di acqua, l'agricoltura biologica favorisce il benessere e la salute pubblica, esaltando nel contempo gusti e sapori tipici, tradizioni gastronomiche e produzioni locali ad alto valore nutrizionale che consentono anche la sopravvivenza di aziende situate in territori economicamente depressi.
Da qui il successo di iniziative di filiera corta e vendita diretta – realizzate per esempio da alcuni Comuni dell'Emilia-Romagna – con le quali il consumatore può acquistare cibi biologici (latte, carne, ecc.) direttamente dalle aziende che li producono o dopo una fase di trasporto molto ridotta, a garanzia di freschezza e massima genuinità degli alimenti.
La stessa Emilia-Romagna è oggi la quinta regione italiana per numero di operatori biologici (dopo Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata), pari a 4.017, costituiti per il 78% da aziende biologiche e per il 22% da trasformatori o preparatori di prodotti ottenuti con metodo biologico, mentre la superficie agricola certificata riservata al bio è di 85.750 ettari, pari al 7,7% del totale regionale (dati Regione Emilia-Romagna - 2006).
Il fatturato sviluppato dalle aziende del settore in Emilia-Romagna è di 450 milioni di euro, vale a dire il 18% del fatturato nazionale.
Il sistema del biologico risulta in evidenza soprattutto nelle province di Forlì-Cesena (770 operatori), Parma (638) e Bologna (628), con prevalenza di colture bio foraggiere (48%), seguite da prati permanenti e pascoli (24%), colture cerealicole (11%) e frutticole (4%).
Infine, l'Emilia-Romagna è al primo posto per maggior numero di Comuni con mense biologiche, pari a 124, su un totale nazionale di 709 Comuni (dati AssoBio-2006).
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