LA CRISI DI GOVERNO: QUALE SOLUZIONE?
Prima o dopo una nuova legge elettorale sarà necessaria. Per il momento che fare? Come scavalcare gli antagonismi? C'è una soluzione possibile?
E' probabile che al Presidente Giorgio Napolitano non resterà che sciogliere le camere e indire nuove elezioni A chiederle sono in numero maggiore i partiti del centro destra. E' quasi certo che prima di giungere a questa decisione, il Capo dello Stato si attenga all'Istituto costituzionale e dia incarico a qualche autorevole personaggio di espletare un estremo sondaggio interpartitico per verificare se esiste la possibilità di un nuovo governo limitato nel tempo e nelle sue funzioni. Noi lo auspichiamo. Regge ancora un qualche barlume di speranza contro il prevalere di tanto pessimismo e di tanta vivacità di contrasti. Lo auspichiamo perché solo un governo limitato nel tempo e nelle sue funzioni consentirebbe un ultimo estremo tentativo di compromesso per il bene del paese.
Ma dove sta il bene del paese? Lo strillano - pensate! - persino i sostenitori di un nuovo governo Prodi che se ne buggerano di quel che pensa la maggioranza degli italiani. Lo strilla Walter Veltroni perché comprende che il suo Partito Democratico, costretto a concorrere ad elezioni immediate, subirebbe le ripercussioni degli errori commessi da Prodi. Lo strillano le destre che non vogliono di contro perdere la grande occasione di tornare al potere. Il centro è più contenuto ma il suo leader sostiene che il bene del paese sta dalla sua parte.
Il bene del paese, insomma, è una bella mascherina di carnevale che nasconde gli interessi di potere da difendere strenuamente. Non sono mutati i sistemi per la loro salvaguardia. Nei sessant'anni di vita della Costituzione democratica, nessun governo ha mai fallito in questo obiettivo, ad eccezione a nostro avviso del primo governo De Gasperi, dimostratosi sicuramente cosciente dei gravissimi problemi dell'immediato dopo-guerra.
A noi sembra che nessuno debba sentirsi delegato a difendere gli interessi del paese, nemmeno il Capo dello Stato al quale, seppur uomo di parte, si deve riconoscere gli sforzi lodevoli compiuti sinora affinché il nostro paese ne traesse il bene migliore. Ed è dunque al Capo dello Stato che il paese si rivolge augurandogli di riuscire a trarre da questo scontro di interessi una formula accettabile da tutte le parti. Un governo a tempo prestabilito e con la sola funzione di tentare un accordo su una nuova legge elettorale sembra la sola via d'uscita. Così si potrà verificare a chi sta davvero a cuore il bene del paese. Un governo siffatto non ha bisogno di struttura se non un numero minimo di ministri tecnici per la normale amministrazione. Il punto nevralgico, a nostro avviso, e condizionante del lavoro da svolgere è l'accordo che le parti dovranno trovare sul tipo di legge elettorale, nel senso che non vi debba essere nessun tipo di sistema elettorale - né quello tedesco né quello francese né quello spagnolo - ma un tipo italiano di sistema, a comporre il l quale debbano essere invitati tutti i cittadini mediante una consultazione popolare.
Nella home page del sito di Popoli Nuovi www.popolinuovi.it vi è un link dal titolo "Una riforma elettorale da fare assieme". C'è bisogno di coraggio per le innovazioni radicali. Questo giornale ha fatto con buon anticipo la sua parte. A maggior ragione, in questo delicato frangente politico, continuerà a farla.
POPOLI NUOVI
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