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venerdì 29 febbraio 2008

Turismo, nasce ‘albergo diffuso’

Per un turismo che sia realmente innovativo occorre anche e soprattutto ripensare al concetto di ricettività con alla base l'idea che il cliente non debba più essere concepito come tale ma parte di un vero e proprio vicinato, qualcosa che ha a che vedere con la vita di una comunità temporanea. È questa la proposta lanciata da Bic Lazio, ente della Regione Lazio che si occupa della creazione e sviluppo d'impresa. Il progetto, partito in via sperimentale in tre comuni: Castro dei Volsci, Atina e Montelanico è frutto di una sperimentazione avviata su 23 comuni del Lazio (13 comuni appartenenti alla Tuscia romana e 10 appartenenti all'area di Monti Ausoni nel frusinate), con la quale si è voluto rintracciare caratteristiche realmente innovative: centralità della persona, rispetto dell'ambiente, autenticità dei luoghi, cultura e tradizioni locali.

L'albergo diffuso è una struttura ricettiva, di norma una casa di prestigio o un'abitazione tipica, nelle quale vengono comunque garantiti agli ospiti, anche se alloggiano in camere sparse nel centro storico, tutti i servizi e i confort di un tipico albergo. Il progetto prevede due hall, una dentro e una appena fuori l'albergo, in modo da creare una vera a propria gestione territoriale, attraverso il recupero dei centri storici, la scoperta di borghi antichi: un cliente non più visitatore ma residente temporaneo.

Secondo il presidente di Bic Lazio Enrico D'Agostino, "l'albergo diffuso è un modello che ha già dimostrato di saper frenare il degrado e lo spopolamento dei borghi del nostro paese e proprio per questo andrebbe incentivato, come in passato si fece per l'agriturismo. Un maggiore ricorso a questa nuova forma di ospitalità permetterebbe, infatti, non solo di rivitalizzare i centri storici di cui è ricca la nostra regione, ma soprattutto di favorire la valorizzazione socio-economica dell'intero territorio laziale".

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