TEATRO SALA UNO
Piazza di Porta San Giovanni 10 (Roma)
tel. 010/7009329
Da lunedì 26 maggio a domenica 1 giugno
orari: dal lunedì al sabato ore 21,00 (domenica ore 18,00)
biglietti 8-12-15 euro
"AMARSI MALGRADO"
di Irene Canale, Carla Giulia Casalini, Pietro Dattola,
Allegra De Mandato, Alessandro Fea, Serenella Martufi,
Chiara Santaniello
con
Gianluca Enria
Raffaele Gangale
Aglaia Mora
Teodora Nadoleanu
Edoardo Rossi
Giulia Weber
Scene di Francesco Ghisu
Aiuto regista Barbara Manzato
Assistente alla regia Davud Kheradmand
Regia a cura di Hossein Taheri
spettacolo a 14 mani, costituito da 7 brevi atti unici sul tema dell'amore
non integrato, non convenzionale, non corrente
progetto artistico che traduce in messinscena professionale i risultati del
secondo quadrimestre del corso di drammaturgia 2007/2008 dell'Officina Teatrale del Teatro Sala Uno, corso diretto da Rodolfo di Giammarco, condotto con Ninni Bruschetta e Laura Novelli
NOTE PER UNA "CERTA" REGIA
Sette pièces che descrivono un 'certo' amore. Sette provocazioni teatrali ad una ristretta compagnia di caparbi attori. Sette angolature opposte e mai simmetriche di uno stesso tema, come se, per una dispettosa e tacita regola, nessuna prospettiva, nessun paesaggio avesse elementi in comune con l'altro.
Sette emisferi dove vige la suprema diversità. Come in amore, appunto. Sfide al buon senso; spesso al senso; anche e soprattutto ai sensi. Come in amore, appunto.
Nella trincea teatrale a cui ci hanno costretti questi anni, affrontare ancora con un solo respiro sfide così, può essere un segno di identità. Come in un 'certo' amore, appunto. (h.t.)
SETTE TEST/TESTI D'OFFICINA
Vanno in scena le manipolazioni dell'amore, le strutture poco canoniche della sessualità, le impotenze degli affetti, le manie incallite della passione, le aberrazioni del desiderio, gli attaccamenti macabri, le morbosità della tenerezza, gli infoiamenti deliranti. Vanno sotto i riflettori sette condizioni di amore fuori catalogo drammatizzate da altrettanti "braccianti" e sperimentatori della scrittura che, frequentando l'Officina Teatrale di questa sala, hanno sviluppato il tema comune del voler bene senza volerselo bene, della deriva dei buoni sentimenti, dell'eros anaffettivo, o dei legami sempre più virtuali e privi di contatto. Vanno a far parte di un montaggio incontinente o volutamente sterile, qui, sette alterne tranches di ninfomania con appendici solidali, di dongiovannismo con riflessi teratologici, di eugenetica scossa dall'eversione, di intimità in un viale proletario del tramonto, di patologia della devozione vacua, di innamoramento in faccia alla morte, di sfere emozionali spudorate della terza età. Vanno a costituire un post-moderno, delirante rifiuto del simmetrico Girotondo di Schnitzler, questi disincantati (asfittici, grotteschi, orridi, neutri, flemmatici, strambi) quadri illustranti un fenomeno umano, l'amore, in via di estinzione, da adottarsi solo per sacre e profane rappresentazioni. (r.d.g.)
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