Il centro direzionale di Napoli doveva rappresentare il volano dello sviluppo della Campania, il fiore all'occhiello del rinascimento economico di città e Regione.
Doveva essere la city del business, la cittadella futurista in cui si dovevano incontrare flussi ed operatori finanziari.
Una prospettiva negata, perché il tanto decantato quartiere dei grattacieli sta perdendo la sua lucente patina moderna per diventare sempre più, giorno dopo giorno, un luogo di degrado e di abbandono pressoché totale.
La denuncia parte da Antonio Sicignano (nella foto), vicepresidente regionale del movimento della Brambilla, i circoli della libertà.
«Abbiamo realizzato – spiega Sicignano - un dossier fotografico, da dove si evincono chiaramente le condizioni in cui versa il centro direzionale di Napoli. Tutte le scale mobili che partono dal piano sottostante non sono funzionanti, e quello che rimane degli impianti è in condizioni disastrose. Lo stesso discorso vale per gli ascensori, fermi e, allo stato attuale, inutilizzabili».
Inoltre, secondo Sicignano, il decadimento della modernità ha rialzato le barriere architettoniche.
«Oramai è diventato un centro direzionale vietato ai disabili - accusa l'esponente dei Circoli - La pavimentazione dei viali è, in molti tratti, sconnessa, e la stessa cosa si può dire per le griglie a caditoia, che mancano dappertutto. Le fioriere, oramai prive di piante, si sono trasformate in molto meno eleganti cestini porta rifiuti. Le scale che portano al seminterrato del grattacielo della Sip – accusa ancora l'esponente dei circoli della libertà campani – sono diventate luogo di ritrovo per diseredati, tanto che oltre alla sporcizia giace persino un vecchio materasso. La megavasca ornamentale, poi, che si trova di fronte al fabbricato del consiglio regionale, realizzata con mosaici di alto valore artistico, e per la quale sono stati certamente spesi un bel po' di soldi, è in condizioni inaccettabili».
Conclude Sicignano: «al quadro di degrado si aggiunge la presenza incontrollata di cani randagi e di bidoni colmi di rifiuti, che chiudono in bellezza la "fotografia del degrado napoletano made in Bassolino"».
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