L'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) esprime preoccupazione sulla carne clonata e non autorizza ancora la sua commercializzazione
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Il 24 luglio è stato diramato il parere dell'EFSA sugli animali clonati, per uso alimentare.
Si può riassumere in questo modo:
1) nelle specie animali sottoposte agli studi (ad oggi solo bovini e suini) non vi sono chiare evidenze di "sostanziali differenze" con gli animali tradizionali per quanto riguarda il latte e la carne.
2) permangono, tuttavia, serie preoccupazioni per i notevoli problemi di salute degli animali clonati (40 animali su 100 sono malati mentre lo sono solo 10 su 100 nella riproduzione convenzionale o assistita).
Occorre ricordare che le analisi su carne e latte vengono effettuate solo sugli animali sani.
L'Europa adotta per fortuna la prudenza:
"La carne clonata non arriverà nei supermercati", assicura all'ANSA Vittorio Silano, presidente del Comitato Scientifico dell'EFSA, mentre Daniel Collins, del gruppo di esperti scientifici, dichiara: "anche la salute animale è sicurezza alimentare".
La Commissione UE vede anch'essa nel rapporto EFSA una fonte di preoccupazione per la salute ed il benessere degli animali e ritiene che i dati disponibili non siano sufficienti a rassicurare i cittadini sulla sicurezza dei prodotti animali.
Il Comitato Scientifico EQUIVITA auspica che questa volta la Commissione Europea si faccia interprete del parere negativo della stragrande maggioranza dei cittadini europei. Questi ricordano che gli Ogm furono dichiarati "sostanzialmente equivalenti" alle colture tradizionali dagli enti regolatori che avevano avuto l'ordine di autorizzarli negli anni '90, mentre il loro impatto sulla salute e sull'ambiente è stato poi ampiamente dimostrato.
Il Comitato Scientifico EQUIVITA si rallegra del fatto che oggi, a differenza dell'FDA negli USA, la Commissione Europea abbia citato salute e benessere degli animali e si augura che dal Gruppo Europeo sull'Etica (EGE) venga il segnale di una visione meno riduzionista e mercantile della vita, gli animali non essendo "riprogrammabili" per favorire i nostri interessi.
EQUIVITA ricorda che la clonazione degli animali è economicamente conveniente soltanto in quanto consente di conservare una modifica genetica introdotta. Tale modifica si accompagna sempre ad un brevetto. La proposta di clonare gli animali d'allevamento tradisce dunque la volontà, da parte delle aziende, di usare animali geneticamente modificati e di controllare in tal modo un nuovo vasto settore del mercato alimentare, riscuotendo i diritti di brevetto ad ogni fase riproduttiva.
Il danno di un'eventuale decisione positiva sulla commercializzazione di animali clonati non deve quindi essere analizzato esclusivamente dal punto di vista scientifico, ma anche sotto l'aspetto economico. Questo aspetto è devastante per i paesi più deboli perché comporta, con i brevetti sugli animali d'allevamento (che oggi seguono i brevetti sui vegetali) la privatizzazione di un nuovo settore del patrimonio genetico del pianeta, bene comune più prezioso dell'umanità.
Comitato Scientifico EQUIVITA
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