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venerdì 29 agosto 2008

DA GIANNINI A DI PIETRO: IL QUALUNQUISMO IN ITALIA

 

Il Dott. Giuseppe Corona ex-presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) della Campania ha scritto un articolo che ritengo merita di essere portato a conoscenza dei lettori. E' un articolo che tratta di questioni politiche di estrema attualità.

di Raffaele Pirozzi


Qualunquismo e senso della misura

di Giuseppe Corona


Nel 1944 nasceva in Italia un settimanale intitolato "L'Uomo qualunque". Suo fondatore Umberto Giannini. Nel 1946 Giannini fonda il partito "Il fronte dell'Uomo qualunque".

Da allora ogni forma di antipolitica viene definita in Italia qualunquismo.

Il movimento ebbe un discreto successo. Dopo avere tentato invano approcci con B.Croce, flirtò con la Democrazia Cristiana, infine si estinse ed i suoi resti confluirono nel partito monarchico e nel nascente partito neofascista, il M.S.I.

Ma quanta differenza tra quel qualunquismo e quello attuale! Esso era anticomunista e antisocialista, antistatalista, si mascherava di liberalismo. In una qualche maniera, pur professando l'antipolitica, era "politico". Il suo linguaggio antipolitico era pesante, ma non volgare e con tratti di discreto e efficace stampo satirico. Oggi l'antipolitica è antipersonam e ha come termini preferiti "magnaccia" e "v'aff…". Non la si chiami boccaccesca, Boccaccio tutto era tranne che un benpensante moralista e un guardone.

Si è passato invece dalla tragedia alla farsa, dal qualunquismo politico al qualunquismo pecoreccio.

Esso si propone essenzialmente il caos e l'impedimento del governo del paese: questo è il suo vero obiettivo più immediato.

Ciò che dolorosamente sorprende è che chi si propone come grande partito di centrosinistra, sinistra!, si faccia condizionare da questo qualunquismo pecoreccio ed antipersonam, che si faccia campione, sinistra?, dei benpensanti, dei bacchettoni e del partito delle manette.

C'è da essere sicuri che almeno Gramsci, che di manette si intendeva, si rivolti nella tomba.

Oggi il nostro paese ha bisogno come il pane di un governo che governi e di una opposizione che l'incalzi, curando le ragioni di una alternanza futura. Ciò farebbe migliori tutti.

Di certo di ciò ha bisogno, più di altri, la Napoli dei rifiuti e di Napoli ha bisogno il Mezzogiorno. Magari rileggendo, tra gli altri, Gramsci.

Se l'antipolitica però è scesa a tanto ciò accade anche per uno scadimento inaudito, specialmente nel Mezzogiorno, della politica.

La politica però si cura con la politica non inseguendo chi ha perso ogni senso della misura e che, invece che ai lazzi ficcanti ed efficaci, si dà al linguaggio più scurrile.



Napoli, 29/08/08


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