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lunedì 29 settembre 2008

ATOPOS AL FESTIVAL ADRIATICO MEDITERRANEO DI ANCONA



Ebbene comincia il weekend e finisce il Festival, finisce con la poetessa sulla nave, i camionisti in attesa col culo sul cemento, le note in sottofondo a due passi dal cantiere.

Sì, son passato dal porto per andare all’Arco di Traiano, i pullman di turisti, la ringhiera a lato tra le file di croati. Sentivo battere le mani, il concerto del tramonto era ormai al buio, odore di fisarmonica e clarinetto, di piedi che battono per terra, sonagli e bambini, la birra ormai calda, il disappunto che l’uscita dal porto è sbarrata a pochi metri dal palco.

Proprio oggi i giovani clandestini scaricati dal tir in mezzo all’autostrada – e la musica suona, l’asfalto si incrosta sotto i piedi della ragazza sempre più alticcia, vestita di rosso. Che danza brandendo un foulard, tra il pubblico in giubilo e il suon di sirena che viene dalla Jadrolinea in partenza.

La penna, il foglio e l’ombra, il flash rosso prima e poi la luce bianca, i saluti, le domande, come sto come stai se il frozen è andato bene e se sono appunti questi?

Parole col sapore della anche appiccicaticce di questo tempo sciroccato e del vento che finalmente si ritrova parlante, segnando la fine di un percorso già finemente tracciato: il calendario dell’estate.

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