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martedì 21 ottobre 2008

Clima-Edo Ronchi: "Rischiamo grossa figuraccia"

"Rischiamo una grossa figuraccia: la sopravvalutazione delle cifre fornite dal Ministero è evidente. La verifica tecnica non può che avere una conclusione. Sul piano dell'immagine politica dell'Italia in Europa, poi, la stessa replica di Sarkozy dimostra che non si fa una gran bella figura." 

Così Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente, commenta in una lunga intervista a Econews lo scontro tra Italia e Unione Europea sul pacchetto clima.

Sul fatto che l'Italia si troverebbe a pagare più di altri paesi, Ronchi osserva: "Sono affermazioni generiche: nello scenario cost-efficiency l'Italia è tra i paesi che pagano di meno. Dipende però dalle scelte che si fanno. Dal punto di vista delle riduzioni dei gas serra l'Italia non ha brillato per impegno, e nemmeno sullo sviluppo delle rinnovabili. Mentre altri paesi si sono impegnati subito per le rinnovabili noi ci siamo mossi tardi, e i risultati si vedono. Sull'efficienza energetica eravamo partiti bene agli inizi degli anni '90, ma oggi siamo al di sotto della media europea, ampiamente meno efficienti rispetto a paesi che prima consumavano più di noi, come Germania, il Regno Unito o la Francia. Abbiamo perso tempo."

Su quali siano i motivi di questo ritardo, Ronchi risponde: "Sottovalutazione e inerzia. Ora però i ritardi vanno recuperati, perché la competitività in questa economia globalizzata si giocherà sull'utilizzo più efficiente delle risorse scarse, e l'ambiente è una risorsa scarsa. Hanno detto che rispettare Kyoto danneggerà l'economia: è il contrario, è non innovare che danneggerà l'economia."

Alla domanda se le posizioni del governo siano un favore agli industriali, Ronchi dice: "E' un favore alla parte più arretrata dell'industria italiana. Abbiamo i grandi produttori di energia e alcuni grossi impianti, ma parliamo di non più di una decina di aziende, che non riescono a stare dentro ai tetti posti dalla direttiva Emission trading dell'Unione Europea. La media dell'industria italiana, però, è efficiente e ha ridotto le emissioni. Si rappresenta la parte più arretrata dell'industria."

Sulla posizione del ministero dell'Ambiente, accusato da alcune associazioni di tutelare gli interessi delle industrie, Ronchi dice: "Il ministero dell'Ambiente dovrebbe tutelare l'ambiente. Dimas non è un ecologista spinto, ma fa il suo lavoro. In Italia, in effetti, c'è un'anomalia."

"Se l'Europa", conclude Ronchi ai microfoni di Econews, "non riesce a spingere non c'è soluzione: solo lei può portare al tavolo Usa e Cina. E l'Italia, in Europa, dovrebbe avere un peso, e non essere una zavorra. La mancanza di misure, come ha dimostrato il rapporto Stern, che non è un rapporto del WWF, per limitare la crisi climatica avrebbe delle conseguenze sull'economia globale di tutto rilievo."

Econews Agenzia Radiofonica
Piazza San Giovanni in Laterano, 40. Roma

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