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lunedì 27 ottobre 2008

LA MANIFESTAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO E GLI STUDENTI

LA GRANDE MANIFESTAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO ED IL MOVIMENTO DEGLI STUDENTI.


di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco


E' veramente stucchevole la guerra di cifre attorno alla grande manifestazione del Partito Democratico di Sabato scorso a Roma.

Era importante dimostrare che in Italia esiste un grande Partito della Opposizione e che raccoglie una adesione di massa alle sue iniziative.

Televisioni e giornali continuano a ricordarci che Berlusconi è sempre nel cuore degli italiani che lo voterebbero di nuovo se fosse necessario.

Dal 15 Maggio scorso, data del suo insediamento sono passati solo 5 mesi e sembra necessario a tutti gli esponenti del Partito delle libertà ed ai giornali della destra di continuare a proporre sondaggi in cui Berlusconi è sempre più amato dagli italiani. Come se non ci credessero nemmeno loro! Questa impressione è confortata dal fatto che pur in possesso dei numeri necessari a governare, pur godendo di una adesione maggioritaria nel paese, Il Presidente dimostra di essere molto suscettibili alle critiche ed alle manifestazioni di piazza.

Berlusconi potrebbe benissimo fare il democratico ed il gran signore abbandonando quel suo modo aggressivo di contrapporsi a tutti coloro che non gli danno ragione. Purtroppo lo stile è quello del padrone, che non è abituato ad avere contrasti e contrapposizioni.

Invece, l'opposizione esiste, si è fatta vedere in massa al Circo Massimo e rappresentava già tutti i problemi che sono sul tappeto e sono gravi: i precari della scuola e della ricerca scientifica, gli studenti, i dipendenti dello Stato senza contratto da oltre un anno, i pensionati e gli anziani che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, i lavoratori delle fabbriche in crisi, i dipendenti dell'Alitalia non ancora inquadrati nella nuova società aerea.

In soli 5 mesi l'uomo più amato dagli italiani ha combinato tanti guasti alla società che coloro stessi che lo hanno votato, lottano convinti contro i suoi provvedimenti.

La grande novità di questi giorni è fornita dal movimento di contestazione alla "cosiddetta Riforma" Germini. Il ministro della Istruzione, sconosciuta prima di questo prestigioso incarico di governo, è riuscita in quello che nessun ministro del settore era mai stato in grado di fare: mettere insieme studenti e docenti, accomunati nella stessa lotta .

Questo particolare avvenimento si è verificato soprattutto nelle Università, dove la mobilitazione è stata realizzata e sostenuta sia dal corpo docenti che dalle associazioni degli studenti.

Questo particolare movimento è stato protagonista di manifestazioni che hanno veramente colpito la opinione pubblica, che ha assistito a lezioni tenute in piazza, dove migliaia di giovani e di cittadini hanno potuto rendersi conto della qualità che offre la nostra Università e quali rischi si corrono a tagliare i fondi per la ricerca scientifica.

Molti giornalisti hanno accusato questo movimento di difendere strutture del sapere arretrate e poco funzionali, ma tutti hanno spiegato che il decreto Germini dava una risposta ancora più vecchia ai gravi problemi della suola italiana.

Invece di andare avanti tutti hanno avuto la sensazione che si andrà indietro. Non basterà un grembiule a migliorare la scuola elementare ed il "bullismo" non lo si combatte con il semplice ritorno al sette in condotta.

Nelle Università, tutti si aspettavano che fossero affrontati i temi della ricerca con una maggiore incidenza, mentre il Governo apriva le porte alle grandi imprese, di fare ricerca utilizzando a basso costo le strutture e le competenze delle Università.

Proprio nel pieno di una crisi economica tanto grave in cui la via d'uscita deve essere la ripresa forte della ricerca scientifica, libera ed autonoma da qualsiasi condizionamento.

La saldatura tra il movimento nuovo degli studenti e il Partito Democratico è veramente importante, perché un limite aveva il Partito, che ad un metodo democratico nuovo quali le primarie e l'elezioni dirette dei dirigenti, non ha corrisposto un vero cambiamento dei gruppi dirigenti, che sono rimasti gli stessi e poco credibili agli occhi di un paese alla ricerca di sicurezze.

Sempre i grandi movimenti di massa selezionano nuovi riferimenti sociali che sono in grado di rappresentare istanze nuove e nuovi bisogni. Se a questo si aggiungono nuove forme di lotta, che hanno la capacità di unire e diverse generazioni, diversi interessi e diventare unificanti per l'intero paese, si ha il dovere di sperare nel cambiamento.

Berlusconi comincia ad innervosirsi e ne ha ben ragione, il Partito Democratico può solo crescere, i giovani studenti ed i loro professori possono rappresentare un terreno di coltura nuovo ed interessante per una politica finalmente dentro la società ed i suoi bisogni.



Napoli, 27/10/08

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