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giovedì 27 novembre 2008

Ecosistema Rischio 2008 Legambiente: abitazioni a rischio nel 77% dei comuni

Roma, 27 novembre 2008 comunicato stampa

Pericolo frane e alluvioni:

nel 77% dei comuni sono presenti abitazioni in aree a rischio

e nel 56% fabbricati industriali

Ritardi nella prevenzione per il 63% delle amministrazioni

Con Ecosistema Rischio 2008

presentati insieme al Dipartimento della Protezione Civile

i dati sul rischio idrogeologico e le attività di prevenzione in Italia

Forti ritardi nella prevenzione e ancora troppo cemento lungo i corsi d'acqua: è sempre elevato il pericolo frane e alluvioni in Italia. Il 77% dei quasi mille e cinquecento comuni esposti a rischio idrogeologico monitorati dall'indagine Ecosistema rischio 2008 ha abitazioni minacciate da frane e alluvioni, quasi il 30% interi quartieri e oltre la metà vede addirittura sorgere in zone a rischio fabbricati industriali. Nel 42% dei comuni non viene ancora realizzata una manutenzione ordinaria delle sponde. Preoccupa inoltre la quasi totale assenza di attività di delocalizzazione delle strutture presenti nelle aree più a rischio: solo il 5% delle amministrazioni avvia questo tipo di interventi per le abitazioni e appena il 4% per i fabbricati industriali.

Dati confortanti arrivano invece per le attività svolte nell'organizzazione del sistema locale di protezione civile: oltre l'80% delle amministrazioni comunali possiede un piano d'emergenza da mettere in atto in caso di frana o alluvione, e nel 57% dei casi i piani sono stati aggiornati negli ultimi due anni.

E' questa la fotografia sul pericolo frane e alluvioni in l'Italia scattata da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile con Ecosistema Rischio 2008. L'indagine, realizzata nell'ambito della campagna nazionale Operazione Fiumi 2008, ha monitorato le attività nell'opera di prevenzione di frane e alluvioni realizzate da quasi 1500 amministrazioni comunali, tra quelle classificate nel 2003 dal Ministero dell'Ambiente e dall'UPI ad elevato rischio idrogeologico.

Ecosistema rischio 2008 è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa da Guido Bertolaso, capodipartimento della Protezione Civile, e Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente.

"La continua e intensa urbanizzazione lungo i corsi d'acqua, diretta conseguenza di un'irrazionale pianificazione territoriale – sostiene Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente – fa sì che il nostro Paese sia fortemente esposto al pericolo di frane e alluvioni. Per di più la situazione è aggravata dagli effetti dei mutamenti climatici che comportano fenomeni meteorologici caratterizzati da intense precipitazioni concentrate in periodi di tempo sempre più brevi. Il tragico evento accaduto solo poche settimane fa in Sardegna, che ha purtroppo procurato vittime oltre che ingenti danni, conferma quanto sia fragile il nostro territorio di fronte a questo tipo di rischi. Quello che ci preoccupa maggiormente è il ritardo con cui troppe amministrazioni locali avviano interventi mirati ad attività di prevenzione e pianificazione per una corretta gestione del territorio. E la responsabilità di ciò non può essere attribuita solo a una pesante eredità del passato, perché ancora oggi l'abusivismo e il cemento continuano ad aggredire i nostri corsi d'acqua, nonostante i dati del nostro dossier ci dicano che nell'88% dei comuni intervistati esistono vincoli che vietano l'edificazione delle aree esposte a maggiore pericolo. Oggi possiamo contare su un ottimo sistema di protezione civile ma una reale ed efficace opera di prevenzione del rischio idrogeologico – continua Cogliati Dezza – va realizzata partendo dal rispetto dell'ambiente e degli ecosistemi fragili come i fiumi e da una maggiore cura del territorio, che prenda seriamente in considerazione gli effetti dei cambiamenti del clima".

"Il territorio e i fiumi italiani - spiega Simone Andreotti, responsabile nazionale Protezione Civile di Legambiente – sono sempre più spesso minacciati da inammissibili scempi urbanistici, come intubazioni, discariche abusive, ponti sottostimati e con case edificate sin dentro gli alvei. E' proprio da qui che bisogna partire per salvaguardare concretamente la sicurezza del nostro Paese. I dati del nostro dossier dimostrano come sia urgente iniziare ad abbattere le case abusive, puntare di più sulla delocalizzazione delle strutture a rischio, su interventi di messa in sicurezza di qualità. Se per quel che riguarda l'organizzazione del sistema locale di protezione civile le amministrazioni dimostrano di aver fatto notevoli passi in avanti negli ultimi anni, è indispensabile che da subito si attivino anche nella realizzazione di una migliore gestione del territorio".

Andando ad analizzare i dati nel dettaglio si nota che non è ancora sufficiente il lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico per il 63% dei comuni e rimane alta (24%) la percentuale delle amministrazioni che addirittura non fanno praticamente nulla per la sicurezza del territorio. Concentrate nel nord e nel centro le 'maglie rosa' assegnate ai comuni più meritori da "Operazione Fiumi 2008" di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile. Primi in classifica Santa Croce sull'Arno (PI), Vallerano (VT) e Finale Emilia (MO). "Maglie nere", assegnate invece a Ucria e a Alì, entrambi in provincia di Messina.

Tra i capoluoghi di regione Roma, Perugia, Torino e Firenze raggiungono la sufficienza. Nonostante in queste città sia notevole l'urbanizzazione delle aree a rischio sono stati realizzati interventi di manutenzione delle sponde dei fiumi e delle opere di difesa idraulica, sono stati redatti e aggiornati i piani di emergenza e sono state effettuate attività informative rivolte ai cittadini ed esercitazioni. Fanalino di coda tra i capoluoghi di regione L'Aquila che, pur avendo strutture in aree a rischio non ha avviato una positiva gestione del territorio.

L'ufficio stampa

06.86268379-77-99-53

COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO IN ITALIA

Regione

Comuni rischio frana

Comuni a rischio alluvione

Comuni a rischio frana e alluvione

Totale comuni a rischio

% Comuni a rischio

Calabria

57

2

350

409

100%

Umbria

40

1

51

92

100%

Valle d'Aosta

11

0

63

74

100%

Marche

125

1

117

243

99%

Toscana

15

31

234

280

98%

Lazio

234

3

129

366

97%

Basilicata

56

2

65

123

94%

Emilia R.

10

128

164

302

89%

Molise

41

1

79

121

89%

Piemonte

138

303

605

1.046

87%

Campania

193

67

214

474

86%

Liguria

30

55

103

188

80%

Sicilia

200

23

49

272

70%

Friuli V. G.

68

58

11

137

63%

Lombardia

231

435

248

914

59%

Abruzzo

103

20

55

178

58%

Trentino A.A.

59

8

44

111

33%

Veneto

41

108

12

161

28%

Puglia

44

1

3

48

19%

Sardegna

4

38

0

42

11%

TOTALE

1.700

1.285

2.596

5.581

70%

Fonte: Report 2003 - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d'Italia

Elaborazione: Legambiente

ATTIVITA' REALIZZATE DAI COMUNI ITALIANI

PER LA PREVENZIONE DI FRANE E ALLUVIONI

Attività

Numero Comuni

Percentuale Comuni

Quartieri in aree a rischio idrogeologico

366

29%

Abitazioni in aree a rischio idrogeologico

955

77%

Aree industriali in aree a rischio idrogeologico

698

56%

Delocalizzazione abitazioni in aree a rischio

65

5%

Delocalizzazione fabbricati industriali

49

4%

Vincoli edificazione aree a rischio

1098

88%

Manutenzione delle sponde

721

58%

Opere di messa in sicurezza

911

73%

Piano d'emergenza

1022

82%

Aggiornamento del piano d'emergenza

714

57%

Sistemi di monitoraggio e allerta

557

45%

Struttura di protezione civile operativa h24

816

66%

Attività di informazione

344

28%

Esercitazioni

397

32%

Fonte: Legambiente

LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI

Lavoro svolto

Percentuale comuni

Classe di merito

Numero comuni

Percentuale comuni

Positivo

37%

Ottimo

4

-

Buono

136

11%

Sufficiente

318

26%

Negativo

63%

Scarso

482

39%

Insufficiente

304

24%

Fonte: Legambiente

L'ufficio stampa

06.86268379-77-99-53

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