Il cuore antico di Napoli, patrimonio dell'Umanità, nel periodo natalizio si rianima con la miriade di botteghe artigiane di presepi e pastori lungo Via San Gregorio Armeno e nei vicoli adiacenti.
Gli artigiani fanno a gara a proporre le loro ultime creazioni. Le nuove leve accanto alla Madonna, San Giuseppe e il Bambinello spesso espongono con dubbio gusto, personaggi celebrati dalla televisione, come i naufraghi di Simo Ventura, politici, calciatori con Maradona che vanta anche un'edicola votiva con una ciocca di capelli. I veterani, per fortuna, seguono la vecchia scuola delle sculture tradizionali del Settecento, incantando grandi e piccini. Tra i visitatori, nostalgici alla ricerca del pezzo mancante alla scenografia, collezionisti che arrivano dall'Italia e dall'estero. Da qualche tempo, bandite le composizioni di plastica, sono apparsi congegni meccanici per muovere braccia e gambe del cantiniere o del beccaio.
Nella bottega dei Ferrigno, rinomati pastorai, quest'anno si nota l'assenza del capostipite Giuseppe, venuto a mancare nei mesi scorsi. Il figlio Marco è impegnato a continuare l'attività tramandata dal nonno al padre, stimato creatore di statuine che hanno fatto il giro del mondo.
Dopo la mostra di Parigi e il presepe richiesto dalla corte del re di Spagna, l'anno prossimo sarà la volta della Russia con una composizione nella cattedrale ortodossa promessa dal cardinale Crescenzio Sepe al patriarca di Mosca.
La strada di Spaccanapoli, tra il decumano inferiore e quello superiore, vanta oltre alla folkloristica fiera dei pastori, testimonianze uniche come il seicentesco campanile di San Gregorio Armeno con il Chiostro e la Chiesa che custodisce una teca di Santa Patrizia che ogni martedì compie il miracolo della liquefazione del sangue, al quale assistono centinaia di persone. All'inizio della stradina, nel palazzo dove nacque San Gennaro, opera dalla fine dell'800 il laboratorio dei fratelli Lebro maestri intagliatori di statue esportate in tutto il mondo e, ultimamente restauratori del prezioso presepe Cuciniello nel Museo di San Martino e della collezione della duchessa Orsini, esposto ogni anno nella chiesa di Santa Maria in Portico.
Per regolamentare l'afflusso dei visitatori, il comune ha predisposto un servizio d'ordine con senso unico per i pedoni e, mezzi di emergenza con defibrillatori.
Nelle strade circostanti la via dei pastori, in molte chiese, si possono ammirare presepi storici Un esempio ligneo, la cui origine risale al 1654 è allestito nella basilica di San Lorenzo Maggiore. E' costituito da ventuno pezzi a grandezza naturale: vere e proprie sculture. I presepi più caratteristici sono nella Chiesa del Gesù Vecchio (della fine del settecento) in Santa Chiara, con pastori in terracotta; nello Spirito Santo (presepe animato).
Gennaro Moscatelli, perito elettronico dell'Enel, animatore dell'Associazione Amici del Presepio, ha collezionato medaglie e riconoscimenti per le sue creazioni di frutta in cera, pastori di due centimetri e presepi in cornice di piccole dimensioni. Professionisti, impiegati, operai durante le ore libere dal lavoro si dedicano alla creazione di statuine di creta e, nel periodo natalizio le espongono nelle mostre allestite nelle sale Valeriano del Gesù Nuovo, di San Severo al Pendino di Via Duomo, nella sala di Santa Maria La Nova e, quest'anno per la prima volta nel Castel dell'Ovo, sul lungomare di Via Caracciolo
Nella Basilica di San Domenico Maggiore è stato esposto, con pieno assenso del Priore, un presepio preparato con sughero, muschio, cartapesta, gesso e in buona parte spazzatura riciclabile. Gli autori, Maria Costabile e Antonio Cantone, hanno dichiarato: "Vuol essere una provocazione". Intendiamo invogliare i napoletani e non alla raccolta differenziata.
Maestri come Nicola Sammartino, Domenico e Antonio Vaccaro, Felice Bottiglieri, Nicola Somma si dedicarono alla realizzazione di teste di personaggi con espressioni di profonda umanità; altri si dedicarono alle mani e ai piedi; ancora chi impagliava cestini riempiendoli di frutta, pollastri e uccellagione e le dame curavano i vestiti.
Ai tradizionali presepi artistici del Museo di San Martino e di Palazzo Reale, composto di 210 figurine fra pastori e animali e 144 accessori provenienti da importanti collezioni private, quest'anno si aggiunge un'altra opera, realizzata da un imprenditore napoletano Rosario Bianco, esposta nella Chiesa di San Francesco di Paola, in piazza del Plebiscito. Oltre centocinquanta pastori alti quaranta centimetri, creati dai fratelli Sinno, cento animali del maestro Alfredo Molli, le mattonelle in ceramica del riggiolaro Marco Salerno e le minuterie in cera del maestro Alfredo de Pasquale. L'elemento scenico è stato curato da Marco Abbamondi.
Mario Carillo (napoli-news.net)
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