| Per raggiungere gli obiettivi di Kyoto ognuno dovrebbe fare la propria parte ed è sempre più evidente quanto la corretta gestione dei rifiuti con l'avvio al riciclaggio dopo averli raccolti in maniera differenziata sia una pratica importante per risparmiare tonnellate di emissioni di CO2.
Anche dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche può venire un notevole contributo, come emerge da uno studio realizzato dall'istituto Ambiente Italia e presentato oggi a Roma in un convegno organizzato dal Consorzio Ecodom.
Il corretto trattamento di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici prodotti ogni anno in Italia che rientrano nella categoria dei piccolo e grandi elettrodomestici bianchi, ovvero frigoriferi, congelatori, lavatrici ecc., (raggruppamenti R1 e R2, che rappresentano in peso, allo stato attuale, circa il 60% di tutti i Raee) eviterebbe l'immissione in atmosfera di 3,4 milioni di tonnellate di CO2.
Il beneficio in termini di emissioni climalteranti, attraverso il solo recupero dei gas ozono lesivi e il riciclo, equivarrebbe a circa il 3% delle emissioni di CO2 che l'Italia dovrebbe ridurre entro il 2020. Lo studio ha valutato il bilancio di massa, energetico e di emissioni climalteranti (ad effetto serra) e ozono-distruttive (individuate come responsabili del cosiddetto "buco dell'ozono stratosferico") legati alle attività di recupero degli elettrodomestici bianchi effettuate da parte del Consorzio italiano recupero e riciclaggio elettrodomestici.
Ecodom ha 41 aziende consorziate e una quota del 70% nel mercato dei grandi elettrodomestici, e gestisce circa il 40%, in termini di peso, di tutti i Raee prodotti ogni anno in Italia. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresentano una delle tipologie di rifiuti che in Italia, secondo stime della Commissione Europea, dovrebbero crescere dalle attuali 970 mila tonnellate a 1 milione e 270 mila tonnellate al 2015.
Secondo una stima del Politecnico di Milano gli elettrodomestici "bianchi" potenzialmente recuperabili (calcolando il possibile tasso di ritorno ad impianti di recupero) sono circa 6 milioni di pezzi, pari a 258.000 tonnellate complessive, di cui 89.500 tonnellate di frigoriferi e congelatori e 7.400 tonnellate di condizionatori (prodotti contenenti Cfc, Hcfc e altri refrigeranti).
I risultati dello studio Ambiente Italia – basato su rilevamenti diretti e censimenti delle imprese che effettuano le attività di disassemblaggio, riciclo, recupero dei Cfc – mostrano le potenzialità di recupero di materie seconde, di risparmio energetico, di contributo alla riduzione delle emissioni climalteranti e di sostanze distruttive della fascia di ozono. Secondo lo studio, già oggi il sistema consente di recuperare circa 50.000 tonnellate di materiali e di sottrarre al rilascio in atmosfera un equivalente di oltre 1 milione di tonnellate di CO2 eq. e di circa 120 tonnellate dei gas lesivi dello strato di ozono (espressi come Cfc 11 eq.).
Raggiungendo il potenziale stimato di recupero di 258.000 tonnellate (citato prima) i benefici in termini assoluti per l'Italia calcolati nello studio sembrano essere assai cospicui. Si avrebbe infatti un recupero di 230mila tonnellate di materie prime seconde (ferro, alluminio, rame, plastiche, vetro) da reimmettere nel processo produttivo; una riduzione delle emissioni di gas ozono lesivi di 423 tonnellate, pari al 40% del totale nazionale; un recupero energetico di 119 mila tonnellate equivalenti di petrolio, che corrisponde ai consumi energetici di una città di circa 40.000 abitanti.
«Si tratta di dati di assoluto valore che confermano l'importanza di assicurare la piena operatività del sistema di gestione dei Raee in Italia» ha dichiarato Piero Moscatelli, presidente del Consorzio Ecodom. «Occorre aumentare la raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuti- ha continuato Moscatelli -garantendo il corretto trattamento di tutti i Raee prodotti».
Un risultato che si può raggiungere, secondo il presidente di Ecodom, attraverso «l'adesione di tutti i comuni al Sistema Raee» e anche grazie all'emanazione «del decreto di semplificazione per i distributori, che consentirà il ritiro "uno contro uno" (ritiro del rifiuto a fronte di un nuovo acquisto ndr) dei rifiuti elettrici ed elettronici presso i punti vendita».
Che non avrà però i risultati attesi se non verrà prevista la non necessaria contestualità della riconsegna del rifiuto al momento dell'acquisto del nuovo apparecchio. Insomma i dati dello studio dimostrano quanto anche il compartimento dei Raee potrebbe contribuire a raggiungere gli obiettivi di Kyoto, sempre se le carenze e le incongruenze che ancora gravano sul settore vengano in tempi certi superate.
Ulteriori informazioni sul sito: www.ecodom.it
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