L'Associazione dei recuperatori dei rifiuti chiede al Governo misure urgenti per scongiurare nuove situazioni emergenziali causate dalla mancanza di sbocchi per i rifiuti recuperati.
Riciclo da raccolta differenziata: settore del recupero vicino al collasso
Roma, 17.12.2008 – "Il settore del recupero rifiuti vive oggi una situazione di empasse a causa della crisi economica del comparto produttivo, della drastica conseguente riduzione della domanda e del crollo delle quotazioni delle materie prime. Se il Governo non prenderà provvedimenti urgenti, rischiano di crearsi le condizioni per nuove situazioni emergenziali su tutto il territorio nazionale".
La denuncia viene da FISE UNIRE, l'Associazione che in Confindustria rappresenta il settore del recupero rifiuti. Ogni anno il mercato del riciclo produce 35 milioni di tonnellate di materiali recuperati sostitutivi delle materie prime vergini e di cui, in particolare: 20 sono costituiti da metalli, 5,5 da carta e cartone, 4,8 da legno, 1,8 da vetro e 1,3 da plastica. Negli ultimi anni a fronte di una produzione industriale in contrazione dell'1,6%, le attività di recupero sono cresciute complessivamente dell'8,2%.
L'attuale situazione di mercato, caratterizzata dalla crisi economica e finanziaria e dal crollo delle quotazioni delle materie prime (e con esse delle "materie prime secondarie", derivanti dal recupero dei rifiuti), rischia di compromettere gli importanti risultati raggiunti in decenni di attività da un settore economico che riveste un ruolo strategico per l'intero sistema produttivo del Paese.
Ad oggi il Governo, dopo l'allarme lanciato dall'Associazione a novembre nel corso della Fiera Ecomondo e le recenti segnalazioni della gravità dell'attuale situazione, ha accolto l'ordine del giorno presentato alla Camera nell'ambito del provvedimento sull'emergenza rifiuti in Campania. L'Esecutivo si è così impegnato a trovare "misure di sostegno all'industria del riciclo, sia valutando la necessità di individuare adeguate soluzioni al problema dello stoccaggio dei materiali prodotti, sia agendo in prima persona per dare piena attuazione alle disposizioni in materia di «acquisti verdi» da parte della pubblica amministrazione".
In Italia lo sviluppo delle raccolte differenziate (in particolare al centro-nord) ha determinato la saturazione del fabbisogno nazionale di macero e l'aumento delle esportazioni verso i mercati extra-europei contraddistinti da un crescente fabbisogno di materiali recuperati per alimentare i propri settori produttivi. Adesso, la domanda dall'estero, in conseguenza della crisi internazionale e di importanti fenomeni di ristrutturazione produttiva, si è fortemente e inaspettatamente ridotta.
"Il 'blocco' delle esportazioni", evidenzia il Presidente Unire Corrado Scapino, "si somma alle già consistenti difficoltà di individuazione di sbocchi per i materiali recuperati all'interno del Paese; difficoltà anch'esse legate al repentino crollo della domanda". "L'eccedenza dei materiali raccolti e che non trovano più sbocco sul mercato", aggiunge Scapino, "sta quindi causando il loro accumulo presso le piattaforme di recupero, ormai prossime al collasso, anche rispetto alle capacità massime di stoccaggio consentito".
UNIRE ha, pertanto, scritto al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Stefania Prestigiacomo e al Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, affinché prendano provvedimenti urgenti per evitare che le aziende si trovino costrette a respingere i carichi di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, per non contravvenire alle prescrizioni autorizzative e penalizzare le amministrazioni locali.
In particolare, UNIRE chiede, da una parte, un provvedimento che ponga immediato e temporaneo generale rimedio all'eccezionale situazione per il superamento degli stoccaggi autorizzati, e, dall'altra, l'attivazione di un tavolo (che veda coinvolti Ministeri e rappresentanze industriali) per l'individuare misure necessarie a fronteggiare la grave situazione di crisi del comparto.
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