Che brutta storia questa di Eluana Englaro. In pochi sono riusciti a vedere davvero il dramma che sottende allo show. Ognuno si è giocato il proprio ruolo: la chiesa, gli opinionisti o sedicenti tali, i politici, i poteri dello stato. Questo è quello che mi ha colpito di più: lo scontro feroce per la dimostrazione della supremazia televisiva e non effettiva. Eh già, perché il ministro Sacconi che ha aperto le danze con il suo "indirizzo politico" ha voluto fare la voce grossa, ma non attraverso i canali istituzionali. Ha preferito minacciare piuttosto la clinica, l'anestesista, ha paventato l'invio di controlli amministrativi... E Berlusconi, che di morale, costume, società, diritti, non sa proprio da dove incominciare a grattarsi, è entrato in campo solo quando ha intravisto - genialmente - un suo personale tornaconto. Si è schierato a cose fatte, ha mosso un paio di pedine a partita finita. La mossa del decreto legge è stata un teatrino, era prevedibile che Napolitano non lo avrebbe firmato: evidentemente mancavano le condizioni giuridiche. La corsa del ciuccio, come si dice a Napoli, per l'approvazione del DDL al Senato è stato ancora più oltraggioso perché era evidente che durante il fine settimana Eluana non ce l'avrebbe fatta. Berlusconi non voleva salvare la Englaro, come ha raccontato. Voleva partecipare allo scontro. Voleva alzare i toni. Voleva dare un colore politico alla mancata firma del Presidente della Repubblica, che era per certi versi un atto dovuto, automatico: essenziale applicazione di un regolamento, nemmeno forzata interpretazione della Costituzione come tanto si è detto. Mancavano le condizioni necessarie e sufficienti per il ricorso al decreto legge. Berlusconi lo sapeva bene, anche perché il Quirinale aveva preavvisato. Si è perso il senso della misura con accuse infamanti e assurde rivolte alla famiglia Englaro, accuse che i media hanno rilanciato senza sosta. Il ministro Alfano ha dichiarato in TV che in Italia "si muore per le sentenze". Ma di che cosa parlava? Per me l'attacco alla magistratura e ai suoi vertici riecheggia semplicemente l'attitudine ormai dichiarata di questi tempi. Il cerchio logico di questo fiume di insulti e delegittimazioni si è chiuso quando ho sentito la notizia che la Corte Suprema si era appena espressa sfavorevolmente in merito alla riforma del sistema giudiziario, al tema delle intercettazioni, ecc. Tempismo perfetto. Questa notizia apparentemente aliena dal problema di Eluana, è invece assai pertinente se solo se ne evidenziano gli attori istituzionali e il loro intorno politico.
Un vuoto legislativo temporaneamente colmato da una sentenza della Cassazione, il clamoroso intervento del governo a mezzo intimidazioni, la sporca giocata del decreto legge (troppo smaccatamente forzato per non sembrare una trappola a Napolitano) e infine il ricorso - fine settimana permettendo – al vecchio uso di portare i disegni di legge in Parlamento. Discutendoli, magari. Peccato per chi ci è cascato e per chi è stato vittima suo malgrado dell'ennesimo scandalo televisivo. Peccato per aver creato le condizioni peggiori per cui adesso questo parlamento produrrà la solita legge restrittiva che obbligherà (come già per la fecondazione assistita e la ricerca) ad andare all'estero. Peccato per la chiesa, che come sottolinea Saviano non è solo quello che si è vista in TV in queste settimane, ma che comunque a favore degli immigrati - e contro l'atteggiamento feroce del governo verso questi ultimi - si è certamente schierata, ma non con altrettanto spiegamento di forze. Così sia. Di buono resta quella forza aggregatrice che ancora di tanto in tanto sembra tornare a farsi viva nel nostro paese. Tra quelli che hanno scritto, che hanno commentato, che si sono telefonati, inviati sms.
Che brutta storia questa di Eluana Englaro. In pochi sono riusciti a vedere davvero il dramma che sottende allo show. Ognuno si è giocato il proprio ruolo: la chiesa, gli opinionisti o sedicenti tali, i politici, i poteri dello stato. Questo è quello che mi ha colpito di più: lo scontro feroce per la dimostrazione della supremazia televisiva e non effettiva. Eh già, perché il ministro Sacconi che ha aperto le danze con il suo "indirizzo politico" ha voluto fare la voce grossa, ma non attraverso i canali istituzionali. Ha preferito minacciare piuttosto la clinica, l'anestesista, ha paventato l'invio di controlli amministrativi... E Berlusconi, che di morale, costume, società, diritti, non sa proprio da dove incominciare a grattarsi, è entrato in campo solo quando ha intravisto - genialmente - un suo personale tornaconto. Si è schierato a cose fatte, ha mosso un paio di pedine a partita finita. La mossa del decreto legge è stata un teatrino, era prevedibile che Napolitano non lo avrebbe firmato: evidentemente mancavano le condizioni giuridiche. La corsa del ciuccio, come si dice a Napoli, per l'approvazione del DDL al Senato è stato ancora più oltraggioso perché era evidente che durante il fine settimana Eluana non ce l'avrebbe fatta. Berlusconi non voleva salvare la Englaro, come ha raccontato. Voleva partecipare allo scontro. Voleva alzare i toni. Voleva dare un colore politico alla mancata firma del Presidente della Repubblica, che era per certi versi un atto dovuto, automatico: essenziale applicazione di un regolamento, nemmeno forzata interpretazione della Costituzione come tanto si è detto. Mancavano le condizioni necessarie e sufficienti per il ricorso al decreto legge. Berlusconi lo sapeva bene, anche perché il Quirinale aveva preavvisato. Si è perso il senso della misura con accuse infamanti e assurde rivolte alla famiglia Englaro, accuse che i media hanno rilanciato senza sosta. Il ministro Alfano ha dichiarato in TV che in Italia "si muore per le sentenze". Ma di che cosa parlava? Per me l'attacco alla magistratura e ai suoi vertici riecheggia semplicemente l'attitudine ormai dichiarata di questi tempi. Il cerchio logico di questo fiume di insulti e delegittimazioni si è chiuso quando ho sentito la notizia che la Corte Suprema si era appena espressa sfavorevolmente in merito alla riforma del sistema giudiziario, al tema delle intercettazioni, ecc. Tempismo perfetto. Questa notizia apparentemente aliena dal problema di Eluana, è invece assai pertinente se solo se ne evidenziano gli attori istituzionali e il loro intorno politico.
RispondiEliminaUn vuoto legislativo temporaneamente colmato da una sentenza della Cassazione, il clamoroso intervento del governo a mezzo intimidazioni, la sporca giocata del decreto legge (troppo smaccatamente forzato per non sembrare una trappola a Napolitano) e infine il ricorso - fine settimana permettendo – al vecchio uso di portare i disegni di legge in Parlamento. Discutendoli, magari. Peccato per chi ci è cascato e per chi è stato vittima suo malgrado dell'ennesimo scandalo televisivo. Peccato per aver creato le condizioni peggiori per cui adesso questo parlamento produrrà la solita legge restrittiva che obbligherà (come già per la fecondazione assistita e la ricerca) ad andare all'estero. Peccato per la chiesa, che come sottolinea Saviano non è solo quello che si è vista in TV in queste settimane, ma che comunque a favore degli immigrati - e contro l'atteggiamento feroce del governo verso questi ultimi - si è certamente schierata, ma non con altrettanto spiegamento di forze. Così sia. Di buono resta quella forza aggregatrice che ancora di tanto in tanto sembra tornare a farsi viva nel nostro paese. Tra quelli che hanno scritto, che hanno commentato, che si sono telefonati, inviati sms.
Ciao Eluana.