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domenica 8 marzo 2009

Migrazioni sullo Stretto di Messina: dal 13 aprile il campo antibracconaggio WWF, MAN, NABU


Il WWF Italia, l'Associazione Mediterranea per la Natura, e la NABU (D) organizzano

IL  VENTISEIESIMO CAMPO INTERNAZIONALE PER LA PROTEZIONE DEI RAPACI E LE CICOGNE IN MIGRAZIONE SULLO STRETTO DI MESSINA

Sicilia 13 aprile – 24  maggio 2009

Sullo Stretto di Messina per decenni ad aspettare i rapaci e le cicogne in migrazione ci sono stati solo i fucili dei bracconieri. In periodo di caccia chiusa, da appostamenti fissi in valichi montani e collinari, vietati dalla legge, migliaia di falchi – protetti dalla legge - trovavano la morte.
Sin dal 1981 abbiamo avviato una lunga campagna di repressione e prevenzione del bracconaggio e sin dal 1984 organizziamo ogni anno un campo internazionale per contrastare la strage primaverile.
       Questa attività ha portato a grandi risultati:  il bracconaggio è stato drasticamente ridotto e gli uccelli che passano ogni primavera sono a poco a poco aumentati. Durante il primo anno di campo (1984) abbiamo contato 3.198 rapaci e 1185 spari, nel 2000 abbiamo contato 34.302 rapaci e 5 spari.
       Nella primavera del 2007 abbiamo assistito ad una migrazione spettacolare, con 38.367 rapaci, dei quali oltre 33.000 Falchi pecchiaioli, la specie più comune.
       Nel 2008 le frequenti sciroccate hanno reso meno numeroso il transito dei migratori, che però è stato di oltre 31 mila rapaci in meno di due mesi ma purtroppo, in alcuni giorni, in occasione di forti transiti di rapaci anche a bassa quota, abbiamo ancora registrato degli spari. L'utilizzo per la pratica del bracconaggio  di nuove località e di case sparse nelle campagne non agevola il nostro lavoro di repressione, ma non demordiamo.
Senza di noi la situazione potrebbe regredire e molti bracconieri potrebbero ricominciare a sparare come un tempo e, vista l'esperienza che abbiamo fatto in questi anni e gli immani sforzi compiuti per sradicare il bracconaggio, se non dovessimo continuare a stare sui Monti Peloritani ancora, ogni primavera, a presidiare le rotte dei rapaci, rischieremmo di perdere i grandi risultati ottenuti in un così lungo periodo.
La nostra presenza è fondamentale per prevenire le stragi di questi bellissimi migratori e per garantirgli un volo sicuro verso i siti di nidificazione e l'aiuto dei volontari è indispensabile.

La migrazione

Il Falco pecchiaiolo è la specie più comune, seguita dal Falco di Palude e dal Nibbio bruno, ma lo Stretto di Messina è anche molto importante per l'Albanella pallida, il Grillaio, il Lodolaio, e si possono osservare anche il Falco della Regina, la Poiana codabianca, la Poiana delle Steppe, l'Albanella minore, il Gheppio, il Capovaccaio, il Falco pellegrino, l'Aquila minore, la Cicogna bianca e quella nera: un totale  ad oggi di 38 specie diverse inclusi accidentali, come l'Aquila imperiale, l'Aquila delle steppe ecc.
       Naturalmente ogni specie possiede un periodo di maggiore transito, aprile è ricco di specie diverse, anche rare, ma in numeri bassi (il 19 aprile, abbiamo osservato solo 114 uccelli ma di ben 17 specie diverse !), mentre le prime settimane di maggio sono abbondanti di numeri (anche 3.000/5.000 in un solo giorno), ma con poche specie diverse.
       Le condizioni meteorologiche influenzano il passaggio, possono bloccare la migrazione anche per molti giorni, oppure creare le condizioni per un grande e meraviglioso passaggio in uno o più giorni (record assoluto finora, 9.727 rapaci il 5 maggio del 2000).



L'importanza della tutela delle rotte migratorie
Gli uccelli che si osservano in migrazione primaverile sullo Stretto di Messina, hanno già affrontato i tanti pericoli della migrazione autunnale lasciando l'Europa per raggiungere i quartieri di svernamento in Africa, dove hanno anche affrontato una forte competizione. Quando giungono sullo Stretto di Messina tornando in Europa per perpetuare la specie, hanno già superato il deserto del Sahara e il Canale di Sicilia, l'attraversamento marino più ampio nel Paleartico occidentale di tutte le rotte migratorie. Tempeste, fame, sete, predatori, incidono fortemente sui contingenti migratori. Si stima (Elkins, 2004) che circa il 50% dei migratori muoia durante la migrazione primaverile.
       Sui nostri monti, così come nelle valli calabresi, molti di essi trovavano la morte per mano dei bracconieri, ma grazie agli sforzi compiuti in ormai 29 anni di attività e 25 anni di campi, la maggior parte di essi non viene più uccisa: la nostra presenza, da azione di repressione si è trasformata nel tempo in prevenzione.
Ogni uccello che veniva fermato per sempre nel suo volo verso nord, era una chance in meno per la specie di potersi perpetuare.
I pericoli naturali che i migratori affrontano durante il volo sono infiniti, ai quali si devono purtroppo aggiungere quelli di origine umana diretta (bracconaggio) e indiretta (perdita di habitat idonei per riprendere le forze, infrastrutture aeree che provocano impatti mortali). Riuscire a ridurre e auspicabilmente a far scomparire una delle minacce più gravi al loro volo è senza dubbio un'azione importantissima per la conservazione sia di specie comuni che di specie più rare e minacciate.

IL CAMPO

Periodo: 13 aprile – 24 maggio 2009
Località: Monti Peloritani (Messina)
Alloggio: in una casa dell'Azienda Foreste Demaniali, situata lungo la rotta migratoria
Materiale necessario per i partecipanti: sacco a pelo, binocolo, abbigliamento da montagna, occhiali da sole, creme solari;
Clima: estremamente variabile, anche nel giro di poche ore, dal freddo pungente al caldo quasi estivo, si va dal livello del mare fino a oltre 1000 m, con quasi costante presenza di vento anche forte
Attività: dal mattino fino al tramonto, si presidiano le località presso cui è previsto il passaggio dei migratori, con colazione a sacco. La sera si mangia alla base del campo. In caso di episodi di bracconaggio si chiede l'intervento delle forze dell'ordine (Corpo Forestale, Carabinieri, Guardia di Finanza). In base al vento e alle condizioni meteorologiche, si potrà assistere al passaggio di rapaci (38 specie diverse censite ad oggi e Cicogne bianche e Cicogne nere) in alcuni casi anche con migliaia di individui in un solo giorno (record assoluto ad oggi, oltre 9727 rapaci il 5 maggio del 2000). Possono altresì esserci giorni con passaggi molto scarsi, tutto dipende dalle condizioni meteorologiche.
Le associazioni provvedono al vitto, alloggio e spostamenti in loco, si richiede un contributo giornaliero di 15 euro.

Per prenotazioni e informazioni:
Anna Giordano a.giordano@wwf.it  tel. 0039/335/8422029
Deborah Ricciardi debric@tin.it;  mediterraneanatura@alice.it tel. 0039/329/7696176
Simonetta Cutini superpandora@gmail.com tel 0039/ 339/7613464


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