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giovedì 28 maggio 2009

FLORA ALPINA IN FUGA VERSO L'ALTO - PARTE IL MONITORAGGIO WWF E UNIVERSITA' PAVIA


"ANNO DEL CLIMA"

FLORA ALPINA IN FUGA VERSO L'ALTO,
PARTE IL MONITORAGGIO WWF E UNIVERSITA' PAVIA

  WWF  e Università di Pavia presentano il progetto GLORIA per il monitoraggio della flora delle alpi italiane durante la conferenza internazionale: "Mountains: energy, water and food for life. The SHARE project: understanding the impacts of climate change" in corso a Milano organizzata da Ev-K2-CNR; Comune di  Milano; CNR.

 

Nell'anno che il WWF dedica al clima, e in attesa della conferenza a Copenaghen, partirà a luglio nel parco Orobie bergamasche il progetto di monitoraggio dei cambiamenti in atto nella flora alpina, a causa dei cambiamenti climatici,  con l'allestimento di una stazione di rilevamento che indagherà questo fenomeno per poter pianificare interventi di conservazione della flora sulla base di dati certi.

Il progetto pluriennale è portato avanti da WWF Italia, Parco Regionale delle Orobie Bergamasche, Parco Regionale delle Orobie valtellinesi, Centro regionale flora autoctona, Centro Meteorologico lombardo, Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Ecologia del Territorio, con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.

Il progetto è stato presentato oggi dal Prof. Graziano Rossi dell'Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Ecologia del Territorio  durante la conferenza internazionale: "Mountains: energy, water and food for life. The SHARE project: understanding the impacts of climate change" in corso a Milano organizzata da Ev-K2-CNR; Comune di  Milano; CNR.

La stazione di rilevamento sarà la prima nel settore meridionale nelle Alpi gestita da un team italiano e, per valutare la velocità di tali processi di migrazione ed estinzione che accomunano a livello globale con maggiore o minore intensità tutti gli ecosistemi alpini. Farà parte di GLORIA (Global Observation Research Initiative in Alpine environments, www.gloria.ac.at) la rete di monitoraggio in Europa e nel mondo attiva dal 2000 con ben 178 siti.

Il metodo prevede la misurazione periodica di numerosi parametri su clima, suolo e flora in quattro vette campione per ogni regione.

Nell'aprile 2007 l'Università di Pavia ha pubblicato uno studio(*) che ha dimostrato che le piante del gruppo del Bernina, sulle Alpi valtellinesi, negli ultimi 50 anni sono risalite in quota in modo consistente a causa del cambiamento climatico, studio che ha confrontato i dati raccolti nel 1959 dal botanico Augusto Pirola, con quelli raccolti da loro stessi tra il 2003 e il 2005.

56 sono le specie migrate a quote più alte da 10 a 430 metri, 25 sono le specie "nuove" trovate dai ricercatori, 15 quelle di cui si sospetta la scomparsa, a fronte di un aumento medio della temperatura nella zona di 1,2 °C. Infatti un aumento della temperatura in aree montuose si traduce in una "forza trainante", che innesca flussi migratori di specie verso quote più elevate.
Alle quote più basse e marginali della catena alpina si prevede infatti che il 60% della flora ora presente venga progressivamente annientata e sostituita a causa dell'aumento della temperatura entro il 2080. Per monitorare la velocità e la direzione di questi cambiamenti è necessario superare la fase delle stime e condurre rigorosi studi scientifici di monitoraggio, sia meteorologico che botanico.

 

 

SCHEDA (*)

Tra le numerose specie erbacee risalite la farfara (Tussilago fanfara; foto 1  nel 1959 era a 2.620 metri, ora a 3.025) e la genziana della Baviera (Gentiana bavarica var. subacaulis; foto 2 prima 2.850 metri ora 3.080) hanno mostrato incrementi notevoli, pari rispettivamente a 405 m e 230 m. La farfara, pianta dai bei fiori gialli che proprio in questi giorni è fiorita in pianura, è stata sorprendentemente trovata a 3025 m; la genziana della Baviera è invece una specie alpina tipica delle pietraie e delle morene, facilmente osservabile negli ambienti nivali.

 

Minori incrementi in altitudine (pari a 85-90 m) sono stati registrati per il salice elvetico (Salix helvetica; foto 3 prima era 2.600) e per lo sparviere vischioso (Hieracium intybaceum; foto 4), quest'ultimo, rinvenuto fino a 2840 m, ma tipico di quote più basse e di ambienti assolati.

 

Tra le 25 nuove specie giunte nell'area di studio ricordiamo i salici arbustivi (Salix hastata, S. purpurea, S. appendiculata) e le specie erbacee epilobio angustifoglio, dall'infiorescenza viola (Epilobium angustifolium; foto 5 ora è a 2.400 metri), e trifoglio della neve (Trifolium pratense subsp. nivale; foto 6 trovato a 2.550 metri), tutte piante che fino a pochi decenni fa vivevano a quote decisamente inferiori, ben lontano dai ghiacciai alpini.

DISPONIBILI FOTO DELLA FLORA CITATA:

http://www.transferbigfiles.com/Get.aspx?id=af70d790-14c4-4878-93d2-1ebe523d3024

http://www.transferbigfiles.com/Get.aspx?id=8c3936e4-2a9c-4a80-a360-d9553a702abd

 

 

Programma del convegno:

http://www.montagna.org/montagnaftp/evk2cnr/Cheariatira_EvK2CnrConferenceProgramme.pdf

Milano, 28 maggio 2009

Ufficio stampa WWF Italia Sara Bragonzi tel 0283133233 – 3298315718   s.bragonzi@wwf.it


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