La ricerca, condotta dall'Università Bocconi, è un'iniziativa congiunta della Fondazione Ania e dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna
Milano, 7 luglio 2009 – La sicurezza stradale è un'emergenza nazionale: ogni giorno in Italia si verificano in media 633 incidenti stradali, che provocano 893 feriti e 14 morti (fonte Istat). Nel 2007 nel nostro Paese si sono registrati circa 1 milione di feriti (fonte ANIA) e più di 5.100 morti: 500 vittime della strada in più della Francia, 1.300 della Spagna, 2000 del Regno Unito e 180 della Germania (fonte Istat).
Uno dei temi poco studiati è l'impatto dell'incidentalità stradale sulle donne. Oggi a Palazzo Marino gli assessori Giovanni Terzi (Attività produttive), Giampaolo Landi di Chiavenna (Salute) e Edoardo Croci (Mobilità, Trasporti e Ambiente) sono intervenuti alla presentazione della ricerca "Quando la strada ferma la corsa: il ruolo della donna", promossa dalla Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale assieme a O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) e curata da ricercatori dell'Università Bocconi. Lo studio dimostra che la donna è "vittima" degli incidenti stradali non solo quando subisce un'invalidità permanente ma anche quando diventa il principale sostegno di un familiare rimasto disabile per un sinistro.
"Questo studio – ha commentato l'assessore Terzi - dimostra come il ruolo della donna all'interno del nucleo familiare e di un contesto lavorativo debba essere garantito e tutelato in tutte le sue forme. Un percorso in cui l'Amministrazione intende impegnarsi sempre di più e che, inevitabilmente, passa anche attraverso un tema come quello della sicurezza stradale, troppo spesso causa di infermità permanenti che minano equilibri indispensabili sia nell'ambito domestico che in quello lavorativo".
"A Milano, nei primi quattro mesi del 2009, gli incidenti stradali e le vittime sono diminuiti, passando da 4.458 a 3.749 – ha affermato l'assessore Landi di Chiavenna -. Tuttavia il 93% degli incidenti è causato da comportamenti scorretti del guidatore che oggi è sempre più donna: nel 2008, su 249 pirati della strada identificati e denunciati, il 9%, erano donne. Ma le donne spesso sono anche vittime degli incidenti: nel 2008 in Italia ne sono rimaste ferite oltre 119 mila e decedute 1.277. Dati relativi, dal momento che le donne, per il loro ruolo sociale e familiare, si trovano comunque a vivere una situazione difficile in quanto per loro natura sono capaci di comprendere e consolare e, anche nella difficile esperienza di una malattia o invalidità, sono un sostegno per le persone che le circondano".
"Le conseguenze degli incidenti stradali che colpiscono le donne, si ripercuotono negativamente oltre che sulla vittima anche sul nucleo familiare di cui è parte - ha aggiunto l'assessore Croci -. E' quindi importante prevenire l'incidentalità attraverso misure strutturali e adottando comportamenti responsabili alla guida".
Lo studio stima che ben 150.676 vittime della strada nel 2007 hanno riportato un'invalidità superiore a 9 punti percentuali e non possono più condurre la vita di prima. In secondo luogo, le donne con invalidità oltre i 9 punti sono 55.336, il 37% del totale, e nella maggior parte dei casi sono soggetti 'passivi' : per il 58,6% trasportati e per il 54% pedoni investiti.
Ma le donne sono vittime anche quando sono i loro familiari a rimanere invalidi, poiché vanno a ricoprire il ruolo di 'Caregiver' all'interno del nucleo famigliare. Le donne, infatti, spesso riorganizzano le attività domestiche e lavorative in base alle esigenze di assistenza richieste da chi è rimasto colpito da un incidente invalidante.
"Ancora oggi – ha detto Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA - oltre 1.000 donne perdono la vita sulle strade italiane. Anche se non sono immuni da alcuni comportamenti scorretti al volante, peculiari del mondo maschile, va sottolineato che le guidatrici, spesso, sono le vittime assolute della strada. O perché subiscono l'incidente oppure perchè la loro vita viene rivoluzionata dall'incidente di un loro familiare. La Fondazione ANIA si batte ogni giorno per contrastare il fenomeno dell'incidentalità stradale; crediamo che sensibilizzare il mondo femminile, attraverso iniziative di questa portata, possa essere utile affinché venga finalmente sollevato un velo su quello che complessivamente noi riteniamo la più grave emergenza che affligge il nostro Paese".
"La ricerca - spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da - non si limita ad analizzare il fenomeno generico delle invalidità permanenti causate da incidenti stradali e a stimarne il costo socio-economico, ma punta a mettere in luce un dato rimasto sempre nascosto: il coinvolgimento a 360 gradi delle donne. Direttamente, quando a subire l'incidente sono loro. Indirettamente quando riguarda un familiare, perché si ritrovano quasi sempre a rivestire il ruolo di caregiver".
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Milano, 7 luglio 2009 – La sicurezza stradale è un'emergenza nazionale: ogni giorno in Italia si verificano in media 633 incidenti stradali, che provocano 893 feriti e 14 morti (fonte Istat). Nel 2007 nel nostro Paese si sono registrati circa 1 milione di feriti (fonte ANIA) e più di 5.100 morti: 500 vittime della strada in più della Francia, 1.300 della Spagna, 2000 del Regno Unito e 180 della Germania (fonte Istat).
Uno dei temi poco studiati è l'impatto dell'incidentalità stradale sulle donne. Oggi a Palazzo Marino gli assessori Giovanni Terzi (Attività produttive), Giampaolo Landi di Chiavenna (Salute) e Edoardo Croci (Mobilità, Trasporti e Ambiente) sono intervenuti alla presentazione della ricerca "Quando la strada ferma la corsa: il ruolo della donna", promossa dalla Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale assieme a O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) e curata da ricercatori dell'Università Bocconi. Lo studio dimostra che la donna è "vittima" degli incidenti stradali non solo quando subisce un'invalidità permanente ma anche quando diventa il principale sostegno di un familiare rimasto disabile per un sinistro.
"Questo studio – ha commentato l'assessore Terzi - dimostra come il ruolo della donna all'interno del nucleo familiare e di un contesto lavorativo debba essere garantito e tutelato in tutte le sue forme. Un percorso in cui l'Amministrazione intende impegnarsi sempre di più e che, inevitabilmente, passa anche attraverso un tema come quello della sicurezza stradale, troppo spesso causa di infermità permanenti che minano equilibri indispensabili sia nell'ambito domestico che in quello lavorativo".
"A Milano, nei primi quattro mesi del 2009, gli incidenti stradali e le vittime sono diminuiti, passando da 4.458 a 3.749 – ha affermato l'assessore Landi di Chiavenna -. Tuttavia il 93% degli incidenti è causato da comportamenti scorretti del guidatore che oggi è sempre più donna: nel 2008, su 249 pirati della strada identificati e denunciati, il 9%, erano donne. Ma le donne spesso sono anche vittime degli incidenti: nel 2008 in Italia ne sono rimaste ferite oltre 119 mila e decedute 1.277. Dati relativi, dal momento che le donne, per il loro ruolo sociale e familiare, si trovano comunque a vivere una situazione difficile in quanto per loro natura sono capaci di comprendere e consolare e, anche nella difficile esperienza di una malattia o invalidità, sono un sostegno per le persone che le circondano".
"Le conseguenze degli incidenti stradali che colpiscono le donne, si ripercuotono negativamente oltre che sulla vittima anche sul nucleo familiare di cui è parte - ha aggiunto l'assessore Croci -. E' quindi importante prevenire l'incidentalità attraverso misure strutturali e adottando comportamenti responsabili alla guida".
Lo studio stima che ben 150.676 vittime della strada nel 2007 hanno riportato un'invalidità superiore a 9 punti percentuali e non possono più condurre la vita di prima. In secondo luogo, le donne con invalidità oltre i 9 punti sono 55.336, il 37% del totale, e nella maggior parte dei casi sono soggetti 'passivi' : per il 58,6% trasportati e per il 54% pedoni investiti.
Ma le donne sono vittime anche quando sono i loro familiari a rimanere invalidi, poiché vanno a ricoprire il ruolo di 'Caregiver' all'interno del nucleo famigliare. Le donne, infatti, spesso riorganizzano le attività domestiche e lavorative in base alle esigenze di assistenza richieste da chi è rimasto colpito da un incidente invalidante.
"Ancora oggi – ha detto Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA - oltre 1.000 donne perdono la vita sulle strade italiane. Anche se non sono immuni da alcuni comportamenti scorretti al volante, peculiari del mondo maschile, va sottolineato che le guidatrici, spesso, sono le vittime assolute della strada. O perché subiscono l'incidente oppure perchè la loro vita viene rivoluzionata dall'incidente di un loro familiare. La Fondazione ANIA si batte ogni giorno per contrastare il fenomeno dell'incidentalità stradale; crediamo che sensibilizzare il mondo femminile, attraverso iniziative di questa portata, possa essere utile affinché venga finalmente sollevato un velo su quello che complessivamente noi riteniamo la più grave emergenza che affligge il nostro Paese".
"La ricerca - spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da - non si limita ad analizzare il fenomeno generico delle invalidità permanenti causate da incidenti stradali e a stimarne il costo socio-economico, ma punta a mettere in luce un dato rimasto sempre nascosto: il coinvolgimento a 360 gradi delle donne. Direttamente, quando a subire l'incidente sono loro. Indirettamente quando riguarda un familiare, perché si ritrovano quasi sempre a rivestire il ruolo di caregiver".
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