Certo che leggere i nomi dei firmatari della “mozione 155” sulla promozione dell’energia solare fa un certo effetto…
La c.d. “crema” della crema della crema – se solo ci mettessimo d’accordo sul significato da dare a questo termine, ormai geneticamente modificato, che oggi non si nega a nessuno…tutti, a modo loro, costituiscono la crema di qualcosa, ci avete mai fatto caso?! – della “politica” italiana, sempre loro, i sempreverdi (sic!) infestanti, tuttologi improvvisati del niente, mistificatori per vocazione-professione….
Ma tant’è, il Governo, lo scorso 28 luglio 2009, ha espresso parere favorevole sulla mozione n. 155 del PDL, appunto, nella quale si richiede di privilegiare le fonti energetiche "più convenienti", a discapito del solare termodinamico.
Il tutto, mentre uno dei più “illustri” firmatari, evidentemente preso dal pathos della discussione (stava bellamente facendo i fatti suoi, utilizzando l’Aula per riunioni private…), veniva ripreso dal Presidente pro tempore del Senato, che lo invitava – proprio come si fa con un ragazzino, a contenersi….
Non sto parlando della pomposa seriosità da parrucconi, ma più semplicemente di serietà istituzionale, quell’arte desueta che impone (imporrebbe…) a tutti, ma soprattutto a chi “ci rappresenta”, di affrontare in modo appropriato, decente questioni di estrema importanza per il nostro paese, come il futuro dell’approvvigionamento energetico sostenibile.
Serietà che imporrebbe, anche e soprattutto, di “dirla tutta”, e non limitarsi al solito spot pubblicitario pro nucleare (e, fra le righe, pro incenerimento), mascherato dal riferimento alla promozione di altre energie rinnovabili, altrove sbertuciata a causa della loro (attuale, forse, e in ogni caso più che discutibile) “pochezza”, in termini di MW installati, inadeguati per far fronte alle esigenze di un Paese energivoro come il nostro, uno, se non il più quotato (vince chi la spara più grossa!, per rimanere nel gergo adolescenziale che caratterizza il nostro parlamento, con qualche punta di vera e propria eccellenza) dei famosi G8 della terra, una “nazione” (un po’ divisa, a dirla tutta…) che ha bisogno di energia per continuare a portare avanti il suo prestigioso e prodigioso sviluppo economico…
Ma che – a conti fatti – sembra fare dell’inefficienza energetica, dell’esasperato consumo energetico, della miopia culturale, della quasi totale inesistenza della ricerca, e dei bassi istinti, i propri vessilli, da sbandierare con un certo orgoglio ad ogni piè sospinto…
Cosa si dice in questo "capolavoro" (manifesto, sic!) culturale?
In estrema sintesi – vi risparmio i “virtuosismi logici” – la mozione n.155 inizia con un’introduzione volta a magnificare le virtù del nucleare (ma non, che ne so, dell’eolico…), che richiede meno spazio (in realtà l’unica virtù indicata dal ristretto gruppo di saggi), a fronte delle difficoltà realizzative dovute al “siting” necessario per il solare termodinamico.
Mi immagino la scena: utilizzo della collaudata tecnica oratoria che vede mettere a paragone da una parte tutti, e solo quelli, i difetti di uno dei due termini di paragone, prendendosi la briga e di certo il gusto di tacerne gli aspetti positivi, e di magnificare, dall’altro, i presunti vantaggi, e ovviamente solo quelli, del secondo termine di paragone.
Tecnica coadiuvata dall’uso di un tono opportunamente enfatico “là dove serve”…
Vengono, di seguito, passati in rassegna tutti i presunti aspetti negativi: dalla scarsa efficienza energetica al fatto che le turbine devono funzionare senza soluzione di continuità per essere sostenibili; dagli elevati costi all’assoluta necessità di sostenere economicamente tali tecnologie dal punto di vista economico; dal fatto che il solare termodinamico non beneficia di fattori di scala alle problematiche dell’ammortamento (ci vorrebbero più di vent’anni); dalla totale inesistenza di domande di erogazione dell’incentivo, nonostante i 15 mesi passati da quando l’incentivazione è stata introdotta; dalla complessità impiantistica alle numerose barriere tecnologiche ed amministrative.
La mozione si conclude con le "rassicuranti" parole che invocano un “giusto equilibrio (una volta era il giusto processo…) degli investimenti per la produzione di nuova energia che privilegino le fonti rinnovabili i cui costi siano sostenibili in rapporto all'accertamento dei benefici prodotti in termini di efficienza energetica e di compatibilità ambientale”: in altri termini, una bella mano di bianco sopra la muffa (e fuffa), per assicurare una facciata di presentabilità.
(continua con: "Scelta condivisa")
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