Calano i budget per l’online, ma meno degli altri mezzi, e quasi tutti gli intervistati si dicono pronti a ripartire le risorse con una maggior attenzione a web e mobile. Secondo la ricerca il digitale, quindi si candida a diventare, da qui al 2014, il vero ago della bilancia della pubblicità mondiale a scapito dei mezzi tradizionali, oggi chiamati a un profondo ripensamento di forme, codici e modelli distributivi e di interazione con il pubblico.
Nell’intervista Giuliano Palombo afferma: “La necessità più immediata è far capire alle aziende l’opportunità di affacciarsi al web con progetti strutturati: non solo quindi un sito web o una campagna web ma l’integrazione di più strumenti quali sito web, blog, social media, community, web marketing, search, keywords, etc. Oggi anche le più lungimiranti tendono a essere oltremodo guardinghe”. Della medesima agenzia, parla Manuela Giannattasio - Creative Account Manager, che afferma: “Va meno peggio del previsto per l’online, avvantaggiato dalla crisi".
In questo periodo il settore è determinante per la tenuta dell’advertising e si sperimenta di più, cercando di sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo. Il problema, semmai, è un altro: occorre trovare modelli di business praticabili, differenziare i diversi ambiti dell’online, capire le motivazioni che portano le aziende a investire o meno.
I dati parlano chiaro: sempre più enfasi sui social media, sul mobile e la web communication in generale. Nuove opportunità in vista, più appetibili rispetto ai c.d. ‘vecchi media’ e un’Italia che guadagnerà un bel 10.5% in più sull’online.
dm3 - digital media srl
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