Tutti gli amano, molti li contestano. E qualcuno resiste ancora. Sono i social network più diffusi al mondo. Il più conosciuto e di moda, Facebook oramai conta oltre 220 milioni di utenti. Su Myspace fino a qualche anno fa si registravano 100mila visite al giorno. I contatti Twitter, in poco più di una anno hanno registrato un incremento del 343%, seguito da Tagged mentre LinkedIn, Last.fm e Bebo di Aol galoppano al ritmo, rispettivamente, del 193%, 121% e 86%. Sul web cresce la voglia di luoghi di aggregazione. In tanti dicono di comprendere i “pro” del loro sistematico utilizzo ma non tutti conoscono fino i fondo i “contro” e i rischi di un uso scorretto. Cerchiamo di fare chiarezza. Innanzitutto bisogna sapere che Facebook è formalmente vietato ai minori di 13 anni. Così come bisogna essere a conoscenza che mettendo una foto online, anche un “amico” di un vostro amico (chi avete nella friend list) può tranquillamente vederla. Stesso discorso se ci si iscrive in un “gruppo”: tutti gli appartenenti possono potenzialmente conoscere le vostre foto.Il motivo? Facebook, come gli altri social network, sono piattaforme private che diventano proprietarie di tutti i dati personali inseriti tanto da poterle usare senza il nostro consenso e per fini commerciali È vietato anche creare falsi profili ma, come su Youtube, è possibile individuare un profilo fittizio solo dopo che è stato inserito. E non é un caso se continuano ad arrivare notizie sul sistema di inganno che prende il nome di parcelling, dall’inglese “parcel”, che significa letteralmente “pacco”. Finti utenti Facebook contattano gli altri invitandoli a collaborare con finte attività di volontariato a favore di popolazioni bisognose (da ultimo quelle del sisma dell’Abruzzo e dell’alluvione a Messina). Chi è iscritto a Facebook,riceve una richiesta di aiuto per dare la disponibilità ad ospitare nelle proprie case la merce destinata agli aiuti con la scusa di non avere uffici e magazzini sufficientemente ampi per stoccare la “merce della solidarietà”. Chi è spinto da buone intenzioni, cade nella trappola. Perché con il falso profilo e utilizzando carte di credito clonate o i dati sottratti, partoni gli acquisti online di oggetti costosi. Naturalmente con le coordinate dell’acquirente reclutato su Facebook. La beffa nella beffa è che, quando si scopre l’addebito dovuto all’utilizzo illegale della propria carta, e si presenta denuncia, ci si può ritrovare nel ruolo di complice di una associazione finalizzata alla truffa e ricettazione.Anche per i social network, inoltre, visto che ci si serve della email personale per iscriversi, ci sono tutti i rischi di ricevere messaggi trabocchetto volti a indirizzare gli utenti verso link che contengono malware e trojan, ossia virus. Come avviene il tutto? Nella posta degli utenti di Facebook arrivano messaggi da utenti sconosciuti o da amici già colpiti da altre email, in cui si insinuano sospetti su alcune foto pubblicate oppure si dice che c’è qualcuno interessato a una nuova amicizia. Nel messaggio si invita a cliccare su un link per scoprire di cosa si tratta, ma l’utente viene indirizzato a un sito esterno a Facebook, nel quale si chiede di scaricare un file con estensione .exe: chi effettua il download si ritrova il computer infetto!. C’è poi il pishing, lo spamming e lo scamming. Chi ha da tempo una mail e conosce che sono sistemi subdoli per farsi dare i dati del conto corrente, li cestina senza neanche aprirli. Chi invece ne sa meno o è un po’ più “distratto” si ritrova con i risparmi in banca o alle poste prosciugati da ignoti. Basta un pc, un mouse e una connessione sbagliata per cadere in trappola.Se chi legge, si è convinto che forse, alla fine non ne vale la pena, può pensare di disiscriversi dal social network preferito. Si può fare certo. Anzi le procedure per disabilitare il proprio profilo sono state semplificate nel corso del tempo. Proprio perché erano in tanti a volere “uscire”. Ma attenzione, anche cancellandosi, resta il fatto che le tracce lasciate sui profili di altre persone non potranno essere cancellate (si pensi alle cosiddette Tag). Ciò significa che la propria identità rimarrà in rete fino a quando un amico con cui si è entrati in contatto sarà ancora iscritto. “Taggati” a vita, come se puoi lasciare la stanza quando vuoi, ma non puoi andartene davvero .E voi siete iscritti a un network?
Daniele Memola
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