Torna la belle epoque, nel caffé più rappresentativo della città partenopea. In previsione dell'anniversario dei centocinquanta anni della sua fondazione da festeggiare nel prossimo anno, al Gran Caffè Gambrinus sarà rappresentato il "Circo delle Varietà"e altri cinque spettacoli nelle sale affrescate da una quarantina di pittori e scultori, sotto la direzione dell'architetto Antonio Curri e frequentate da D'Annunzio, Di Giacomo, Scarfoglio e, altri insigni personaggi dell'epoca d'oro di Napoli.
"Il Circo delle varietà", un format, come si direbbe oggi, sarà impostato su giochi circensi, musica e cabaret. "Lo spettacolo prese il via nel XIX secolo per contrastare la concorrenza di altri locali - dichiara Giovanni Serritelli, direttore artistico del Gambrinus intendiamo riportarlo ai nostri giorni alternando musica classica a numeri di spettacolo circense, macchiette a canzoni classiche. Il Circo rappresentò per il nostro locale l'antesignano del varietà tout-court, un intrattenimento senza soluzione di continuità che l'allora titolare Mariano Vacca volle consacrare, dedicando due ambienti degli storici saloni alla Sala della Musica".
Venerdì 6 novembre sarà il turno del Cafè chantant, a cura di Luciano Capurro, pronipote di Giovanni Capurro, autore di "'O sole mio" che in punto di morte volle dettare l'ultima poesia e, in uno dei versi, ridendo scrisse "San Giuseppe più che ricordarmi la buona morte, mi ricorda le zeppole". Venerdì 13 l'operetta con la "Vedova allegra". Nel mese di dicembre, domenica 6, "Aspettando i 150 anni", il tanto atteso "Circo delle Varietà"; il 22 il Concerto di natale e il 26
Il Caffè Gambrinus, in Piazza Trieste e Trento con centro la fontana del carciofo, meta preferita di capi di Stato da Pertini a Ciampi, Napolitano, da Foresteria del Palazzo Reale fu trasformato in elegante cafè con saloni riccamente decorati.
Nei secoli scorsi in Piazza del Plebiscito c'erano il "Caffè Turco" e il già famoso Gambrinus, luogo di incontri e confronti. Al Caffé Turco serviva ai tavoli, come cameriere, un ragazzo fantasioso che tra un sorbetto e un caffè da portare agli avventori canticchiava versi di fantasia e ispirato dal suo lavoro decise di scrivere "'A tazza 'e cafè" " 'E llampadine", "Come facette mammeta", il garzone in questione si chiamava Giuseppe Capaldo.
Negli anni che seguirono l'unità d'Italia e nel corso dei complessi meccanismi amministrativi che ridistribuirono le proprietà della Corona alle amministrazioni pubbliche, l'edificio della foresteria divenne sede della Prefettura di Napoli. I locali a piano terra, furono destinati ad uso commerciale con il "Gran Caffè" con l'avvento dei nuovi gestori, cambio denominazione nel
L'elegante locale, gestito dai fratelli Sergio, Carolina, organizzatrice degli eventi spiega, nella conferenza stampa di presentazione: "Gli spettacoli in programma sono solo una breve anticipazione di un più ampio programma che caratterizzerà i veri festeggiamenti, Il Gambrinus, come in precedenti spettacoli punterà al Cafè chantant e all'operetta che ampio consenso da parte del nostro pubblico".
La decorazione dei saloni del Gambrinus si pone come un'altra importante tappa del modernismo in Napoli. Se nel complesso la decorazione degli stucchi può definirsi floreale, in più di un particolare è possibile cogliere quell'accento eclettico che non può far a meno di continui richiami al mondo classico.
I quadri nel loro insieme sono rappresentativi della tipologia della produzione napoletana di fine secolo, contrassegnata dal vedutismo di squarci naturalistici en plain air o da ritratti di giovani popolani e popolane o rappresentanti del bel mondo sempre colti in pose naturali come in uno spaccato di vita quotidiano.
Da qualche tempo le sale della Galleria Gambrinus, per le sue opere, ospitano incontri, dibattiti, conferenze, presentazione di libri ed eventi culturali cittadini, come ai bei tempi quando si consumava solo birra e cioccolata.
mario carillo - napoli-news.net
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