Pagine

domenica 15 novembre 2009

ANSA: CON UN BLITZ FUORI SESSANTA GIORNALISTI, L'AGENZIA RIDIMENSIONATA A SINISTRA NON PIACE A BERLUSCONI

Tra qualche mese l'Ansa non sarà piu' la ' grande agenzia italiana di notizie' , centrale al mondo dell'informazione, ma una più modesta coperativa sotto il controllo di alcuni grandi giornali, a cominciare da Repubblica. E il governo sta pensando di rivedere gli accordi con essa.
Nei prossimi mesi saranno infatti eliminati, nel quadro di un controverso piano di prepensionamenti, e dopo pesanti tagli gia' avvenuti negli anni scorsi, una sessantina di giornalisti in Italia e all'Estero. Molti non saranno sostituiti. Il tutto alla luce della nuova legge che permette di liberarsi di chi si vuole quasi a costo zero e prendendo per buona una crisi che non c'e'. E che e' comunque il frutto della lunga e cattiva gestione di ex dirigenti che sono stati infine cacciati e di quelli nuovi che dopo due anni non sono riusciti, in una situazione non certo drammatica, a trovare nessun'altra soluzione se non quella classica e dirompente.
A questo scopo infatti era stato richiamato, dopo una breve esperienza al Sole 24 Ore, l'amministratore delegato Cerbone ed erano quindi arrivati il nuovo direttore Contu e il suo mentore, il presidente Anselmi, il quale gia' aveva diretto l'Ansa in passato. Contu succede a Gramaglia, uno dei piu' deludenti direttori che l'Agenzia abbia mai avuto, solo salvato dal fatto che prima di lui c'era stato Magnaschi.
Un altro direttore dell'Ansa, piu' grande e piu' antico e sotto il quale l'Agenzia e' prosperata a lungo, che ha chiesto di non essere citato, ha commentato la situazione dicendo: ''Dio Mio, che stanno facendo!?'' E non si riferiva solo al piano di prepensionamenti, passato grazie alla collaborazione del Cdr che ha accettato, senza di fatto negoziarle, le proposte dell'AD. E anche questi si e' stupito dalla 'facilita'' con cui il piano e' passato, grazie ad un referendum dove la maggioranza dei votanti, aiutati da un modesto una tantum, avevano perduto quel poco di interesse a lottare per colleghi ormai abandonati a se stessi. E malgrado cio', il risultato del voto ha mostrato una grande opposizione al piano prepensionamenti.
Senza un piano editoriale serio, che manca ancora, con un AD senza visione e succube degli editori di giornali, un sindacato debole pronto a qualsiasi compromesso, una redazione falciata negli anni e nelle persone migliori, una netta volonta' dei giornali comproprietari di ridimensionarla e, per finire, spaccata verticalmente all'interno grazie al piano-referendum, l'Ansa e' ormai avviata ad un forte ridimensionamento non solo umano ma giornalistico. E negli ambienti di Palazzo Chigi, dove non hanno mai visto di buon occhio che la principale agenzia italiana sia da troppo tempo diretta e controllata da persone apertamente ostili al centrodestra e,ultimamente, vicine a Repubblica, si sta pensando ad un intervento. Un intervento,ancora non chiaro o condiviso da tutti, per frenare la caduta dell'unica agenzia internazionale italiana, che Berlusconi vuol considerare organica alla sua visione di una 'Grande Italia'. ''Non c'e' nessun gran paese europeo che non abbia una grande agenzia'' ha spesso ripetuto ai suoi collaboratori. E l'intervento deve anche servire ad impedire che quel che resta dell'Ansa completi la trasformazione in atto divenendo un altro strumento di lotta politica contro il governo di centrodestra. Un intervento che partirebbe, con con gia' il 'Si' in tasca di Frattini e Tremonti, dallo strumento degli accordi che legano il ministero degli esteri all'Ansa, e che rappresentano la principale voce di bilancio dell'agenzia.
(da Dragospia).

Nessun commento:

Posta un commento