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martedì 8 dicembre 2009

AAA cercasi moglie da scambiare: quelli del “famolo strano”

AAA cercasi moglie da scambiare: quelli del “famolo strano”

Si consuma in auto, nei mega parcheggi di periferia a ridosso dei centri commerciali quando il buio si rivela un valido alleato. E’ lo scambio di coppia l’ultima frontiera della trasgressione che da Milano a Roma vanta numerossimi “estimatori”. Non serve essere benestanti, non ci sono canoni di bellezza e nemmeno appartenere a chissà quale categoria della “società bene” per buttarsi nella mischia. Non serve nemmeno un nome perché basta il passaparola via web: ci si dà appuntamento in un luogo preciso e a una certa ora. Ci si mette in macchina da soli (meglio se accompagnati) e “ ci si è dentro”. Non è detto però che si concluda qualcosa ma tant’è che per trasgredire non si deve per forza scambiare il partner. Basta anche solo guardare o sapere di essere spiati. Se gli abbaglianti della macchina di fronte lampeggiano vuol dire che sei ammesso a guardare, se lo sportello è lasciato volontariamente aperto, invece, puoi salire in macchina. Regole semplici quelle del “gioco” degli scambisti, ma severe. Niente azioni di forza, nessuna richiesta specifica pre-stabilita. Si “gioca” e basta. Se la strada fa paura, basta navigare un altro po’ sulla Rete: ci sono siti come “annunci.69”, “morenasexnet”, “easy flirt”, “Adultfriendfinder.com”, Kijij incontri”, “nirvan” che segnalano giorno dopo giorno il privè dell’ultima ora dove “l’incontro” si consuma dietro un angolo un po’ più appartato (ma non troppo) o in apposite stanzette. Quelli dello scambio alla fine, sono le coppie che scelgono di sfuggire dalla noia. E’ questo il motivo principale che spinge ben 500mila italiani a farlo, a Roma come a Milano che sono “le piazze più hot”. Ma va forte anche nelle insospettabili Sicilia, Campania e Calabria. Essere “scambisti” significa voler essere esibizionisti, pronti ad emozioni forti. Ma alla base (visto che stimo parlando di coppie) ci vuole sempre l’intesa con il proprio partner per poter rompere il ghiaccio. Essere “coppia aperta” infatti non è facile: ci vuole coinvolgimento, un feeling e una complicità fuori dal comune. Essere troppo intraprendenti può spaventare l’altro o chi si ha di fronte. E se la scintilla non scocca, l’inibizione finisce per bloccarti e il “gioco” va a monte. Francesca (nome di fantasia), 25 anni di Roma l’ha fatto già diverse volte con il suo ragazzo e, contattata via chat, racconta della sua prima volta: “all’inizio l’idea di farlo mi ha fatto star male, nonostante lo desiderassimo entrambi. Avevo la sensazione di non bastargli più io, eppure ci amiamo tantissimo e stiamo assieme da 6 anni”. Ma poi aggiunge: ”forse quando ci siamo decisi a farlo eravamo spaventati, o forse io non avevo lo stesso suo coinvolgimento. E’ per questo che stavo male e ci litigavo quando mi faceva le battutine”. Racconta così la sua prima volta: “il primo incontro è stato sconvolgente, non sapevamo fin dove ci saremmo spinti, ma poi l’eccitazione di farlo assieme ci ha liberato dal tabù”. Non mi sono mai sentita così desiderata conclude mettendosi off line. Lo scambio alla fine ha una sua idea dietro: guardare la propria compagna e quella altrui, sentirsi desiderate al di fuori del normale rapporto con lui; esibirsi diventando l’oggetto del desiderio. Tradirti e tradirsi sotto gli occhi, ma facendolo con il tuo consenso e sotto il tuo controllo. Nel sesso estremo, in fondo, il “dolore” e il “piacere” si confondono. Anche se si dovesse fingere di volersi bene o di piacersi. Internet non ha stravolto questo desiderio. Ha solo facilitato un punto d’incontro. Bocche di rosa e voyeur che fanno “l’amore” condividendo una passione sopra le righe, ma mai per comando. E’ pura esternalizzazione del sesso. I sentimenti, quelli più autentici, restano quelli vissuti nel talamo di casa.
Daniele Memola

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