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venerdì 15 gennaio 2010
La Strage di Haiti
Haiti , piccola Nazione dell’America del Sud situata nel mar dei Caraibi,già colonia francese. Il suo territorio copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola, confina a est con la Repubblica Dominicana. Un paese povero costituito da 1.700.000 abitanti (Dati 2001) dove la popolazione vive ai limiti della sopravvivenza e dove il reddito pro capite è bassissimo. Una nazione stravolta anche dalle rivolte popolari che diventa indipendente nel 1825 ma che ancora oggi è al centro di una rivolta ,che nasce nel 2004. Colpita dall’uragano Jeanne nel(2004),Martedì 11 Gennaio 2010 viene devastata da un terremoto di magnitudo 7 ,che sembra essere il più potente da circa un secolo, localizzato a circa 10 miglia(15 KM) a sud ovest dalla Capitale Port-au-Prince. Le conseguenze sono inimmaginabili, una vera catastrofe che si è abbattuta sulla già critica povertà del paese ,abbattute intere linee elettriche ed edifici anche di nuova costruzione specie nella capitale. Le vittime umane raggiungono circa 1/3 della popolazione si parla infatti di circa 500.000 persone morte. La strage sembra che anche questa volta essere stata annunciata da 5 scienziati nel 2008 , gli stessi, infatti nella 18^ conferenza Geologica dei Caraibi svoltasi a Santo Domingo avevano dichiarato in un documento comune il grave rischio di terremoti in un a zona a sud dell’isola oggi sede dell’epicentro sismico detta Enriquillo-Piantaggine falda Garden. A porre a suo tempo la preoccupazione uno degli autori dello studio, Paul Mann, scienziato anziano presso l’istituto di geofisica dell'Università del Texas. Gli stessi avevano anche detto che un’altra zona a rischio è la valle del Cibao, localizzata in una zona a nord della repubblica Domenicana. Tutta la zona comunque è ad alto rischio sismico perché in questa zona si muovono in maniera orizzontale due placche tettoniche che hanno il loro punto d’impatto sia nella faglia di San Andrea in California e nell’isola di Hispaniola. I movimenti tettonici possono inoltre manifestarsi anche con degli tsunami come quello avvenuto nel 1946 vicino all’isola di Hispaniola che ha provocato 20.000 senza tetto. Una zona quindi da attenzionare e da mettere sotto i riflettori cautelando le popolazioni. Intanto quasi tutti gli stati stanno inviando aiuti umanitari, tra i primi gli Stati Uniti che hanno inviato navi e mezzi d’aiuto in zona. La macchina solidale è partita in maniera massiccia e l’Onu stà già facendo la sua parte attraverso le sue varie consociate Unicef ,Fao ed altre obbiettivo dare aiuti economici e dare un rifugio ai superstiti.
Maurizio Cirignotta
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