In questa interessante novità editoriale (“Giochi ringhistici”; di Andrea Corona; pubblicato nel mese di settembre 2009 dalla Kimerik Editrice; Euro10,00), l'autore, un teorico dei linguaggi, si occupa della semiotica gestuale nel wrestling.
Riprendendo l’analisi del wrestling francese di Roland Barthes, questo libro si apre col rapporto tra l’interpretazione dei lottatori e quella degli attori della Commedia dell’Arte e dei teatri antichi, dove tutto era più enfatico ed eccessivo in modo da consentire una facile ed immediata lettura dell’azione scenica da parte dello spettatore: ecco perché il tema del gioco rappresentativo è accompagnato a quello del linguaggio del corpo. La ludologia, infatti, è una branca della semiotica. Ma la ludologia studia anche il gioco nei suoi sviluppi storici e sociali; più che giustificati, quindi, il riferimento a “Homo ludens” di Huizinga e il paragone tra gli incontri dei lottatori e i ludi gladiatori.
La tesi del libro è che il wrestling rende palese ciò che gli studiosi del “ludus” dicono già da tempo: il gioco è un fenomeno complesso che non esclude, ma anzi abbraccia, anche l’agonismo sportivo, la rappresentazione scenica, il rituale, la violenza e il sacrificio religioso (non a caso l’autore parla anche del masochismo e dell’iconografia della Passione e del Dolore nel wrestling).
In conclusione, anche se alcune parti possono risultare un po’ difficili e noiose (ma del resto si tratta di un testo rivolto ai dibattiti accademici), “Giochi ringhistici” è un saggio molto interessante, specie nel paragone coi “Giochi linguistici” di Wittgenstein, riferiti alla logica delle relazioni (altro campo di pertinenza della ludologia). È comunque un libro di grande attualità ed è scritto anche molto bene.
(dopo aver provato invano a pubblicare questa recensione su altri siti, ho notato che su corrieredelweb ve ne erano già altre. Ringrazio quindi corrieredelweb, un sito di informazione e non di recensioni, per avermi concesso di scrivere questo articolo)
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