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venerdì 19 febbraio 2010

Integratore di vitamina: perché è così necessario?

Perché oggi si parla tanto di integratori di vitamina? Sono veramente necessari? E quando bisogna farne uso? Innanzitutto va detto che nelle società moderne si sono sviluppati dei comportamenti nutrizionali e delle abitudini alimentari diverse dal passato e che possono condurre a delle carenze di vitamine. E le cause principali possono essere così riassunte:
- diete sbilanciate (diete ipocaloriche, diete vegetariane) che comportano carenze vitaminiche 
- l'uso di preparati industriali e di sistemi di cottura sofisticati che porta alla diminuzione dell'assunzione vitaminica con la dieta 
- un'alimentazione ipercalorica che può portare all'accumulo di vitamine liposolubili e a carenza di vitamine idrosolubili 

Ed è per queste ragioni dunque che l'apporto di vitamine va monitorato diagnosticandone opportunamente i sintomi con in primis il proprio medico per verificare se la carenza di vitamina sia determinata da una specifica patologia (ed individuarne quanto prima una cura) oppure da una dieta non equilibrata sulla base delle esigenze del proprio organismo.

I casi che possono quindi richiedere l'utilizzo di un integratore di vitamina sono tanti, ma, per capire l'importanza del quando e del perché utilizzare un integratore, prendiamo come esempio il caso molto diffuso dell'integrazione di vitamine nel neonato e nel lattante, cruciale perché accompagna le prime decisive fasi di crescita del bambino

Nel caso specifico la carenza di vitamine riguarda la  vitamina D (una mamma su tre e un neonato su due soffrono di deficienza di vitamina D al momento della nascita, fonte Boston Medical Center). La vitamina D fa parte di quel gruppo di sostanze nutritive che sostengono la crescita e la salute delle ossa. La sua funzione è soprattutto quella di promuovere la mineralizzazione delle ossa. Essa aiuta a sintetizzare quegli enzimi presenti nelle mucose preposti al trasporto attivo del calcio disponibile. Il contenuto di vitamina D nel latte materno è approssimativamente di 20 UI/L, al di sotto quindi del fabbisogno giornaliero raccomandato di 400 UI considerato necessario per mantenere nella normalità l'omeostasi calcica e lo sviluppo osseo del lattante (Greer F.R.: Do breastfed infants need supplemental vitamins? Pediatr. Clin. North Am. 48(2), 415-423, 2001).

Ecco dunque entrare necessariamente in soccorso l'utilizzo di un integratore di vitamina che, assunto in accordo con le indicazioni fornite dal pediatra, riequilibra l'apporto di vitamina D (esistono in questo senso sul mercato anche prodotti in gocce che permettono la solubilizzazione della vitamina in acqua o latte senza alterarne il sapore e l'odore, avendo i lattanti un gusto e un olfatto particolarmente sviluppato).



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