Si è fatto un gran parlare in questi anni delle applicazioni del Teflon, denominazione commerciale del politetrafluoroetilene (PTFE), una materia plastica maggiormente utilizzata per ricoprire tutte quelle superfici soggette ad altissime temperature. Tutto in seguito ad uno studio dell'EPA, l'Ente americano per la Protezione dell'Ambiente, che individuava nel politetrafluoroetilene effetti cancerogeni conseguenti alle sue applicazioni in cucina. Il Teflon, tanto per intenderci, è quello utilizzato per il rivestimento interno della classica padella per crepes o delle pentole antiaderenti.In realtà ci sono da fare delle precisazioni importanti sulla produzione dell'incriminato acido perfluoroottanoico, il quale viene generato sia nelle fasi di produzione del Teflon sia durante il suo processo di ossidazione a temperature che superano i 300 °C. Esistono, in pratica, delle profonde differenze tra il Teflon utilizzato in cucina, nella realizzazione delle padelle antiaderenti, e le sostanze utilizzate per produrlo, altamente inquinanti per l'ambiente. Quindi, a quanto pare, il problema sembra essere cirscritto alle emissioni. Questo perchè il Teflon è un materiale stabile fino a 300°. Una temperatura notevole che, in cucina, si raggiunge solo bruciando ciò che si sta cucinando.
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