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martedì 3 agosto 2010

Cafè Voltaire

Entrare nel Cafè Voltaire in Stoofstraat 6 a ‘s-Hertogenbosch, la città che ha dato i natali nel 1450 al pittore Hieronymus Bosch, è come entrare in un mondo parallelo e insolitamente accogliente per essere in Olanda. Sembra quasi di ritrovarsi nella cucina di qualcuno che ha particolare premura nell’assicurarsi una nicchia al riparo dal mondo. Tra biscotti, barbie, tazze e piattini da lavare, abbondano riviste, libri e giornali, soprattutto di architettura. La proprietaria, Ria Schouten, una signora sulla cinquantina, in effetti ci tiene a tenere “à la pàge” la propria attività: lo stile, dato dalla collezione di servizi da tè e caffè, tapezzeria e mobilia anni ’50 e ’60, è decisamente retrò. Ria inoltre è orgogliosa della sua co-attività come curatrice di arte contemporanea e le riviste sparse nel Cafè, in effetti, dimostrano un gusto estremamente attuale e insieme ai libri che è possibile prendere in prestito, contribuiscono a dare al Cafè Voltaire un’atmosfera un po’ dandy e intellettuale.

Questa piccola cittadina dell’Olanda meridionale offre, in una chiesa, l’esposizione permanente delle opere di Bosch. I suoi personaggi fantastici sono riprodotti in tridimensione. Camminando lungo le navate può capitare di passare sotto o vicino a “statue” appese e appostate agli angoli. Sui cinque piani della torre del campanile sono esposte le riproduzioni ricche di simboli e decisamente fuori da ogni canone dei suoi quadri. Una visita a questa mostra è un’esperienza che raccomando.

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