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lunedì 30 agosto 2010

Fede e Folklore Battenti Guardia Sanframondi

      Oltre centomila persone per rivivere un antico rito, tra fede e folklore che si ripete ogni sette anni, nel paesino sannita di Guardia Sanframondi. Mille i penitenti che per cinque ore lungo quattro chilometri sfilano e si percuotono le spalle con catene o si batteranno il petto con una spugnetta di sughero con dentro trentatrè spilli come per rappresentare gli anni di Cristo. Una processione che si svolge, dal giorno dell'Assunta e per sette giorni. Sfilano persone col capo cinto di spine, altre incappucciate o in costume, ispirate a personaggi ed episodi biblici. Un corteo dove a mano a mano che sfila, lungo le viuzze del paese, diventa sempre più cruento.

     I flagellanti per penitenza con un lungo saio bianco, reggono nella mano sinistra il crocefisso e con la destra si battono il corpo con acuminate punte di ferro. La parte colpita ben presto si arrossa di sangue e ogni colpo diviene sempre più doloroso. Partecipano uomini, donne, bambini anche di due o tre anni. Il cappuccio contribuisce a tenere segreta l'identità dei partecipanti.
       I percorsi con circa 200 quadri viventi riproducono scene legate al racconto della Bibbia e dei Vangeli e le soste della processione sono decise dai quattro presidenti delle associazioni di quartiere: Croce, Fontanella, Piazza e Portella. Ogni scena è preceduta da un bambino vestito da angelo che annuncia l'atto che sarà rappresentato.
       Alle 10 solenne messa nella Basilica dell'Assunta, subito dopo lo scoppio di un mortaretto e la statua della Madonna si alza, i penitenti, si gettano a terra e poi un grido del capo della Confraternita: fratelli in nome dell'Assunta battetevi. I partecipanti cominciano ad infierire sulle proprie carni e ha inizio la processione. Tutti irriconoscibili nello scempio delle carni, nella penitenza per i propri peccati. Il lungo saio bianco, il cappuccio calato in testa diventano rossi e violacei. Una lunga scia di sangue. Parenti ed amici seguono i battenti con bottiglioni d'aceto e vino e con una spugnetta cercano di disinfettare le ferite. I circa mille flagellanti percorrono le viuzze del paese insieme con la rappresentazione dei misteri.

    Una polemica, nata in seguito ad un articolo di Roberto Saviano, autore di Gomorra che aveva accennato all'intrusione di frange camorristiche tra le fila dei "penitenti" subito smentita dal sindaco e dal parroco del paese.
       Secondo una prima versione, la processione si deve ad un fatto miracoloso. Durante una festa di piazza, la statua della Madonna Assunta emerse dal suolo e, vano furono i tentativi di tirarla fuori. I presenti ritennero che l'evento fosse il segno evidente che la Madonna disapprovava la loro vita peccaminosa. Per questo motivo decisero di espiare la pena percotendosi il corpo. Secondo altri il rito della flagellazione è un atto di devozione per impetrare dalla Divinità la pioggia. Esso può essere ripetuto nell'arco di sette anni nel caso di una prolungata siccità.

    Il paesino arroccato a circa 500 metri sulla valle del Calore, definito la città dei preti gentili per la presenza di numerose chiese, tra queste la Chiesa dell'Ave Gratia Plena, del XV secolo, la Chiesa di San Rocco, la Basilica di San Sebastiano e il Santuario dell'Assunta dove si svolge il rito dei battenti. Il castello domina le quattro porte d'ingresso, attraverso i gradini, raggiungibili i caratteristici vicoli, piazzette e fontane.

     La singolare processione, richiama nel paese in provincia di Benevento, turisti, emigranti rientrati per l'occasione, giornalisti, cineoperatori, televisioni e in quest'occasione anche le telecamere di Al Jazeera. Ospite, confuso tra la folla Vittorio Sgarbi. Imponente il servizio d'ordine con polizia, protezione civile e ambulanze che hanno prestato soccorso ad una ventina di persone sentitesi male per l'emozionante rito e per il caldo.
       Eventi analoghi a quello sannita si svolgono a Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro e a Siviglia e Guadalupe nel periodo pasquale. Stridente il contrasto tra i fedeli che partecipano emotivamente alla processione e i forestieri che arrivano a Guardia Sanframondi ritenendo l'evento un fatto folkloristico e con le macchine fotografiche e cineprese riprendono l'avvenimento.

 

mario carillo - napoli-news.net

 

 

 

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