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giovedì 30 settembre 2010

Mammiferi a Lampedusa

L'investigazione scientifica moderna ha cominciato a occuparsi della teriofau-na delle Isole Pelagie fin dalla prima metà dell'Ottocento. Calcara (1847) riporta un primo elenco di mammiferi, citando oltre al cervo nobile, Cervus elapbus'L., 1758 (Masseti & Zava, 2001; Masseti & Zava, in stampa), «il gatto selvatico Felix catus L.», «il sorcio di campagna Mus musculus L. ed in prodigioso numero i conigli Lepus cunicu-lusL.». Calcara (1851) accenna genericamente alla presenza di «nottole e sorci» su Linosa e Lampedusa.

Il medesimo autore osserva che «Si trovano tra gli animali mammiferi pisciformi di quel mare il bove marino Phoca vitulina L. e tale animale si asconde nelle grotte che stanno bagnate dal mare; allorché vivono in società fra loro russando la notte fanno sentire a quegli abitanti la loro presenza nelle spiagge prossime al porto; talfiata i marinai l'uccidono a colpi di archibugio all'oggetto di estinguere in quelle acque animali cotanto nocevoli alla pescagione; ottengono dalla loro carne con la fusione un olio puzzolente buono per l'illuminazione; e per conciare i cuoi e si servono della pelle per altre economiche applicazioni». Anche Smyth (1824) scrive che, al suo tempo, le foche erano piuttosto numerose specialmente lungo la costa orientale dello scoglio di Lampione. Chiamandolo erroneamente col nome di Phoca vitulina è chiaro che Calcara intendesse riferirsi all'unico pinnipede diffuso nel Mediterraneo, la foca monaca, Mona-chus monachus (Hermann, 1779), una specie in grave rischio d'estinzione. Estremamente rarefatta nel bacino mediterraneo, dove trova gli ultimi areali significativi nell'area egeo-orien-tale, la foca monaca presenta attualmente il nucleo più consistente di esemplari lungo le quasi inaccessibili coste atlantiche della Mauritania settentrionale. Si ritiene che la specie sia scomparsa nei mari circumsiciliani nella seconda metà del XX secolo: nel 1975, infatti, furono uccisi a fucilate gli ultimi due esemplari, mentre pochi anni prima la si riteneva ancora presente con non pili di quattro o cinque individui lungo le coste delle Egadi. Il recente avvistamento di un esemplare adulto nel mare di Salina, nell'Arcipelago delle Eolie, attesterebbe la ricomparsa della specie nei mari siciliani.

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