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giovedì 2 settembre 2010

Prevenzione del rischio chimico: come trattare i farmaci CA

Diverse attività lavorative possono comportare un’esposizione a chemioterapici antiblastici. La manipolazione di tali sostanze, estremamente  pericolose per la salute, deve pertanto avvenire secondo precise norme di comportamento per non danneggiare gli operatori, garantendo loro la massima prevenzione del rischio chimico. La contaminazione da chemioterapici antiblastici può avvenire prevalentemente attraverso il contatto diretto con la cute e/o le mucose, per inalazione o per puntura accidentale. Esso può verificarsi durante tutte le fasi della manipolazione (trasporto, preparazione, somministrazione ed eliminazione) dei preparati antiblastici. Nella fase di preparazione l’esposizione può avvenire per rovesciamenti accidentali, rotture delle fiale del farmaco, gocciolamenti durante gli innesti ago-siringa nelle fasi riempimento della siringa, di espulsione dell’aria e nel trasferimento dalla siringa alla fleboclisi. L’inalazione di polveri, aerosol e/o vapori può verificarsi a seguito delle procedure che provocano aerosolizzazione del contenuto durante il ritiro dell’ago attraverso il tappo perforabile del flacone (la sovrappressione interna provoca uno spruzzo), durante l’apertura delle fiale, durante la misurazione del volume prescritto con l’espulsione forzata dell’eventuale eccedenza. Durante la fase di preparazione in particolare, per garantire la massima prevenzione del rischio chimico è opportuno utilizzare i sistemi chiusi per la ricostituzione dei farmaci. In questa fase infatti si può verificare un’accidentale esposizione al farmaco per via inalatoria e/o per contatto diretto in seguito alla formazione di aerosol e/o spandimenti sotto la cappa a flusso laminare verticale. E’ quindi necessario, prima di eseguire la preparazione, verificare la funzionalità della cappa e dei sistemi di sicurezza, che il personale addetto indossi gli adeguati D.P.I., eliminare dall’area di lavoro il materiale non necessario alla preparazione e decontaminare in modo opportuno il piano di lavoro. Per quanto riguarda la somministrazione invece, a causa di stravasi di liquido dai deflussori non dedicati, dai flaconi o dalle connessioni tradizionali si possono avere contatti cutanei con i farmaci chemioterapici antiblastici. E’ quindi necessario che il personale addetto indossi i previsti D.P.I., e segua le norme di sicurezza comprendenti le linee guida generali e particolari per la somministrazione. E’ opportuno l’utilizzo di set infusionali a circuito chiuso dedicati e tecnologicamente studiati per l’infusione endovenosa dei farmaci antiblastici come prima misura di prevenzione del rischio chimico.
 
 
 

 

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