Nel nuovo spazio Pdm della Caffetteria di Piazza dei Martiri, il salotto chic di Napoli, happening del Wine maker Vincenzo Mercurio e delle Officine Gourmet per la presentazione della produzione delle cantine I Favati, Masseria Felicia e Fattoria la Rivolta, tre eccellenze campane, premiate con i Cinque Grappoli Ais Duemilavini.
Gli antichi romani riconoscevano alla nostra terra l'appellativo di Campania felix, un patrimonio unico per varietà di sapori, colori, cultura. I migliori vini decantati da Cicerone, Plinio, Marziale, Tibullo definiti come il nettare degli imperatori. Dai primi decenni del secolo scorso l'Azienda Sorge di Cesinali (Av) gestita da Piersabino e Giancarlo Favati e da Rosanna Petrozziello mantiene fede ai dettami dei sommi poeti, rispettando la genuinità della sua produzione, con la consulenza di validi enologi, dalla maturazione delle uve alla vinificazione. L'azienda, I Favati ha presentato la sua gamma di vini e grappe apprezzate in Italia, Europa e America, dal Fiano di Avellino e Greco di Tufo all'Aglianico Cretarossa, invecchiato diciotto mesi, di cui dodici in barrique, fusti di rovere, legno pregiato, resistente all'umidità.
Consigliata da eleganti sommelier anche la degustazione dei vini e spumanti della Fattoria La Rivolta di Torrecuso dal Coda di Volpe che Plinio il Vecchio chiamava Cauda Vulpium per il suo grappolo a forma di coda di volpe; al Fiano definita dai latini "Vitis Apiana"; alla superlativa Falanghina per intendere che l'acino somigli alla falange del dito; al Greco del Taburno, uva portata dai Pelasgi della Tessaglia nell'VIII sec. a.C; al Piedirosso, l'acino d'uva, chiamato dagli antichi "Per' 'e palammo" per la somiglianza con la zampa del colombo; Terra di Rivolta, annata 2006, 18 mesi in barriques e 18 mesi in bottiglia. Dalle romantiche definizioni degli antichi alle moderne etichette come Le mongolfiere a San Bruno, un Aglianico del Taburno rosato, ottomila bottiglie in onore del raduno di Fragneto che vede ogni anno sorvolare i coloratissimi palloncini aerostatici sui filari che caratterizzano questo splendido territorio del Sannio.
Infine, la Masseria Felicia di Sessa Aurunca, Le vigne a San Terenziano, alle falde del Massico, tra le antiche Suessa e Sinuessa, gestita da Alessandro Brini, la moglie Giuseppina e la figlia Maria Felicia che abbandonato il lavoro di copyright freelance si dedica a tempo pieno alla produzione del suo Falerno, vino degli antichi lento e puro, austero e vero. Il colore è bellissimo, rosso rubino vivo con sfumature granata, limpidissimo e poco trasparente, consistente. Un vero successo al Vinitaly. La prima vendemmia mai commercializzata, conservata gelosamente in pochissimi esemplari nella storica cantina degli avi. La produzione 2009 25mila bottiglie, aglianico, piedirosso e falanghina.
mario carillo - napoli-news.net
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