GIULIANOVA. Il Tribunale di Teramo (presidente-relatore Giansaverio Cappa, giudici Maria Grazia Conti e Carmine Di Fulvio) con il procedimento 572/2010 ha annullato il falso divorzio tra la signora A.P., cinquantacinquenne casalinga di Giulianova e G.M., pensionato sessantenne di San Benedetto del Tronto. La donna venne a conoscenza del "divorzio" solo cinque anni dopo, ovvero nell'agosto del 2009 quando si recò all'Ufficio dello Stato Civile del Comune giuliese per richiedere un certificato relativo al proprio stato di famiglia. In quel frangente A.P. scoprì che nel giugno del 2004 il comune di Campli (Te), dove i coniugi avevano contratto matrimonio, annotò a margine dell'atto principale una sentenza di divorzio emessa dal Tribunale di Teramo. Successivamente fu accertato che il provvedimento era completamente falso. Intanto G.M., dopo pochi giorni dalla registrazione della sentenza fantasma, contrasse matrimonio proprio nella cittadina sambenedettese. La signora A.P., dopo aver tanto peregrinato, ha avuto finalmente giustizia e così il Tribunale di Teramo ha recentemente ordinato testualmente all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di Campli "la cancellazione sull'atto di matrimonio celebrato nell'aprile del 1980 tra i coniugi G.M. e A.P. dell'annotazione della sentenza numero 349/2004, apparentemente emessa da questo Tribunale in data 8 marzo 2004, con cui è stata pronunciata la cessazione degli effetti civili del matrimonio". Ha dovuto attendere quasi due anni la signora A.P. per vedere riconosciuti i propri diritti messi in discussione anche dalle cagionevoli condizioni di salute del marito convolato a nuove nozze e contro il quale è scattata una denuncia d'ufficio per bigamia. Gli inquirenti intanto starebbero cercando di risolvere il mistero che avvolge l'episodio davvero inquietante partendo proprio dalla consegna materiale della falsa sentenza al comune di Campli che ha rubricato l'atto di divorzio rimasto per qualche anno senza controlli e verifiche. L'avvocato Francesco Manisco, che ha assistito la signora A.P. per l'intera durata della vicenda, ha così commentato la recente sentenza del Tribunale di Teramo: "Nonostante le difficoltà burocratiche affrontate, alla fine abbiamo incassato ciò che era legittimo per chi nella fattispecie aveva ricevuto un danno indebito".
Alfonso Aloisi
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