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venerdì 1 aprile 2011

Diagnosi polmonite, anche una raucedine persistente può essere un sintomo

La rucedine, un fastidio piuttosto comune che si accompagna a sintomi come abbassamento della voce, fatica nell’emettere suoni e a parlare, può essere in casi estremi anche un segnale che può indurre il medico a formulare la diagnosi polmonite nel paziente. Come infatti è stato sottolineato recentemente anche da Giovanni Almadori, professore di Otorinolaringoiatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma (cfr. Brigida Stagno, Doctor Web) la raucedine può associarsi spesso a forme infiammatorie delle vie respiratorie quali laringite e tracheite, tosse o raffreddore fino ad arrivare, in alcuni casi, ad essere il segnale di una malattia più grave come polmonite ma anche asma o alcune forme tumorali.
La diagnosi polmonite è spesso la conclusione cui i medici giungono di fronte a pazienti con gravi complicazioni insorte anche in conseguenza di una semplice influenza stagionale. Solo in Italia infatti si stima che ogni anno siano circa settemila i decessi per polmonite, una patologia che colpisce soprattutto i soggetti più deboli ovvero anziani e bambini.
Ecco quindi l’importanza “vitale” di poter contare su nuovi ed efficaci metodi diagnostici. Oggi la diagnosi polmonite può essere più tempestiva grazie a un nuovo test messo a punto dalla Eurospital di Trieste. Si tratta di EuSepScreen, un test disegnato per ottenere la più alta sensibilità e specificità nella determinazione della maggior parte dei patogeni responsabili delle malattie batteriche invasive (meningiti, sepsi, diagnosi polmoniti, ecc.) sia del bambino che dell’adulto. Il test si esegue utilizzando direttamente campioni biologici quali sangue, liquor, liquido pleurico, tampone faringeo, espettorato, lavaggio bronco alveolare o qualunque altro liquido o materiale biologico umano.
I risultati ottenuti hanno permesso di dimostrare una specificità del 100% su tutti i liquidi biologici umani. La sensibilità  del metodo nei confronti della metodica colturale è apparsa doppia (sensibilità del 200%) nel caso delle meningiti e, circa 10 volte più elevata (sensibilità del 1000%) per quanto riguarda lo pneumococco.
 
 
 

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