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mercoledì 17 agosto 2011

Fermiamo i rave.

Fermiamo i rave. Lo "Sportello dei Diritti chiede l'intervento anche della polizia postale per bloccarli in tempo.

 

Si susseguono sulla stampa le notizie di rave non autorizzati bloccati dalle varie forze di polizia su tutto il territorio nazionale e tutti uniti da un minimo comune denominatore: sono raduni quasi sempre sprovvisti di qualsiasi autorizzazione da parte delle autorità competenti che arrivano ad ospitare migliaia di giovani in luoghi lontani dai centri abitati, tipo boschi e campagne, ricettacolo di droghe e di musica elettronica a frequenze altissime, ma soprattutto sono quasi tutti auto-organizzati attraverso un passaparola che utilizza il web quale principale strumento di comunicazione e d'incontro virtuale.

Non più, quindi, solamente attraverso i tradizionali canali di comunicazione, quali il cosiddetto "pierraggio", ossia attraverso alcuni soggetti che si sobbarcavano l'onere di contattare quanta più gente possibile anche attraverso locandine sparse nei comuni contigui al luogo ov'era previsto l'evento.

Oggi, invece, l'utilizzo della rete consente di contattare in maniera rapida ed in forma pressoché  anonima migliaia di persone da ogni luogo ed anche dall'estero e per tali ragioni, questi eventi diventano sempre più grandi e sempre più incontrollabili.

Tali nuove possibilità, sono purtroppo, troppo spesso, causa di  conseguenze sulla salute di chi li frequenta, tant'è che non sono rari i casi di gravi lesioni o morti di giovanissimi, conseguenti alla frequentazioni di questi luoghi, per l'utilizzo di sostanze stupefacenti che riescono a scorrere a fiumi proprio perché non sono sottoposti ad alcun controllo.

Per tali ragioni, Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", affinché non si verifichino più fatti gravi come quelli già accaduti anche nel recente passato e trovandoci in un periodo clou in relazione ai rave che d'estate si moltiplicano in ogni regione del Territorio nazionale, chiede l'intervento delle Autorità, a partire dalla polizia postale che con il suo prezioso lavoro può essere in grado in fase preventiva di verificare la sussistenza di requisiti minimi di liceità relativi a questi party individuandone gli autori ed in fase successiva può inviare segnalazioni alle autorità locali affinché provvedano a fermare quelli già in corso se non provvisti delle regolari autorizzazioni.

Lecce, 17 agosto 2011

                                                                                                   Giovanni D'AGATA



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